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Piano rifiuti, M5S:
«Va rivisto completamente»

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Il cementificio Sacci

 

«Sindaci, bisogna rivedere completamente il Piano rifiuti, manteniamo la strada della coerenza e ribadiamo il no all’incenerimento». Questa in sintesi la richiesta del Movimento 5 stelle provinciale ai primi cittadini dell’Ata 3. A firmare l’appello attivisti e simpatizzanti di Civitanova, Potenza Picena, San Severino, Tolentino, Matelica, Recanati, Loreto, Porto Recanati, Pollenza, Montecosaro, Corridonia, Urbisaglia, Mogliano, Caldarola e Camerino. A seguire anche la richiesta di «valutare altri consulenti per la stesura del piano» e di «chiamare il causa il Movimento per la sua nuova stesura». Lo studio preliminare, curato da Oikos, del Piano rifiuti provinciale, è stato presentato il 9 gennaio nella sede della Provincia di Macerata. Proteste all’ingresso di comitati e del Movimento 5 stelle ma anche in assemblea diversi sindaci si sono detti contrari all’ipotesi di attivare una linea di produzione di Combustibile solido secondario (css). «L’attivazione da parte della Cosmari di una linea di produzione di css è un folle processo produttivo che porterà i rifiuti indifferenziati nelle case degli italiani – dice il Movimento – poiché le ceneri della combustione verranno integrate nel cemento. Considerato che il cementificio ex Sacci, al momento, è l’unico con una autorizzazione regionale per l’utilizzo del css, va da sé che lo stesso verrebbe bruciato nella nostra provincia. Nel progetto si parla di qualità dell’aria che migliorerebbe grazie ai fumi derivanti dalla combustione di css, affermazioni che ci lasciano esterrefatti. Dopo decine di anni di incenerimento nella nostra provincia il camino del Cosmari è stato spento con una decisione corale dei sindaci. Non ci meritiamo la riaccensione di camini in una zona dove ci sono i Comuni con il più alto tasso di tumori legati all’incenerimento (dato dell’Istituto superiore di sanità)». Il Movimento punta il dito anche contro «la proposta di ridurre un importante sito verde come la riserva dell’Abbadia di Fiastra, per estendere lo spazio del Cosmari, spendendo milioni per una causa che va nella direzione opposta alla salute ed al benessere dei cittadini». E infine no deciso anche per «il progetto di trattare l’umido in digestori anaerobici per la produzione di biogas ed ottenere energia elettrica. Produrrebbe una perdita di circa 700mila euro a fronte di un investimento di 15 o 20 milioni di euro. Inoltre – proseguono i pentastellati – si mente sulla riduzione dei cattivi odori, che prima e dopo la fase anaerobica aumenterebbero, considerando che verrà trattato l’umido anche delle provincie di Fermo ed Ascoli. Purtroppo il compost che si produce al Cosmari è di scarsa qualità e non viene richiesto in un territorio a spiccata vocazione agricola. Se si investisse in qualità se ne potrebbe consumarne veramente molto. Teniamo presente che tali digestori funzionano al meglio solo in presenza di materiale omogeneo, mentre si è parlato di scarti di cucina e rifiuti di industrie alimentari, materie peggiori con cui alimentare questo tipo di impianti».

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