La celebrazione di San Giuliano in piazza Strambi
Da sinistra il cardinale Gualtiero Bassetti, il vescovo Nazzareno Marconi e il sindaco di Macerata, Romano Carancini
di Leonardo Giorgi
(foto di Fabio Falcioni)
«Se dopo la guerra siamo sopravvissuti è perché chi aveva un po’ di pane lo condivideva con gli altri, chi aveva una capra dava un po’ di latte ai bambini. Soltanto dividendo si può moltiplicare, la condivisione è alla base della ricostruzione». E’ questo uno dei passi più significativi dell’omelia del cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, durante la messa in piazza Strambi di Macerata per la festa del patrono San Giuliano ospitaliere. Un concetto quello dell’ospitalità marcato più volte dal cardinale e dagli interventi del vescovo della diocesi di Macerata, Nazzareno Marconi, e dal sindaco Romano Carancini. Presente anche il cardinale e arcivescovo di Ancona, Edoardo Menichelli. «Queste popolazioni – sottolinea Bassetti, per tutta la giornata in visita ai territori del centro Italia colpiti dai terremoti dello scorso anno (leggi l’articolo) – sono ospitali e laboriose. E’ stato bello essere qui per consolare queste persone, tra cui tanti anziani che sono stati strappati e portati via dai luoghi della loro vita». Commosso, il cardinale racconta l’emblematica storia di una famiglia distrutta dal sisma. «Ho conosciuto un fornaio di 49 anni – ricorda Bassetti – che mi ha fatto entrare nella sua nuova casetta e mi ha indicato un grande poster con una giovane donna e due bambini. Mi ha detto questa è la mia famiglia». Il dolore del terremoto ha segnato inevitabilmente la celebrazione. Dopo la messa dello scorso anno allo Sferisterio, questa volta si continua a stare all’aperto, sul sagrato della Basilica della Misericordia. Location che, dopo gli attacchi terroristici avvenuti in Europa negli ultimi mesi, ha comportato misure di sicurezza più rigide e il dispiegamento di un gruppo di uomini di vigilanza privata, oltre a quello delle forze dell’ordine. Ma, davanti a circa 400 fedeli (tra cui il prefetto Roberta Preziotti, le autorità dei comuni gemellati con Macerata, l’assessore regionale Angelo Sciapichetti, l’onorevole Irene Manzi e il rettore Unimc, Francesco Adornato), è il vescovo Nazzareno Marconi a spronare gli animi.
L’omelia del cardinale Bassetti
La processione di San Giuliano in piazza della Libertà
«Mi rivolgo al cardinale Bassetti – afferma Marconi -, che spero si faccia voce di queste popolazioni. Se i danni di questo terremoto sono stati enormi, ma comunque non irrimediabili e senza vittime, è perché nel 1997 la ricostruzione fu affidata alle autorità locali. Bisognerebbe quindi tornare a utilizzare quel modello e le autorità dovrebbero dare fiducia alla popolazione marchigiana, così da evitare l’asfissia della burocrazia». D’altronde, come sottolinea il sindaco Carancini nel suo intervento, «questa è gente abituata al lavoro costante per la famiglia. Uomini che hanno attraversato l’oceano per un barlume di speranza. Uomini che hanno combattuto per liberarsi dall’oppressione fascista. Le chiedo, cardinale, di esserci vicini affinché il terremoto non comprometta irrimediabilmente il nostro territorio, le nostre case, le strutture, i nostri spazi e le nostre chiese. La sua presenza qui – continua il sindaco rivolto a Bassetti – è un dono che va oltre la visita del presidente del Cei. Lei ci dà la possibilità di incontrarla e ascoltarla, osservare i suoi movimenti tra gli uomini e le donne di questo paese». E nei suoi “movimenti” Bassetti ha ammesso di essersi accorto che nel territorio maceratese «sembra, qui, che coi nostri sacerdoti, i sindaci si siano scambiati i compiti. Fate quasi le stesse cose. Ed è giusto così. Mai come quando ci troviamo in emergenze come questa, ci rendiamo conto di quanto l’autorità sia un servizio, a tutti». Un concetto, quello del servizio e dell’aiuto a tutti, nessuno escluso, che Bassetti ha ricordato prima di un lungo applauso dei presenti. «Chi mi sta vicino, a qualunque razza appartenga, è un altro me stesso. Ho sempre cercato di camminare a fianco della gente. È bello stare a fianco, non davanti, non dietro». Al termine della cerimonia, è iniziata la tradizionale processione di San Giuliano che, partita da piazza Strambi, ha attraversato il centro per poi terminare in piazza della Libertà.
Uno degli uomini della security
Il rettore Unimc Francesco Adornato stringe la mano al cardinale Bassetti. Dietro, da sinistra, l’onorevole Irene Manzi e il prefetto Roberta Preziotti
Irene Manzi, Angelo Sciapichetti e Francesco Adornato
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Le parole del cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della C.E.I., ha creato disorientamento. Bisogna parlare con attenzione su quello che si dice.
Le papere a S. Giuliano le mangiamo!!!!
“sono vecchi perché il peso del loro ottimismo li costringe alla forma di vita acquisita, come la fame costringe il ragno a girare 24 volte intorno al centro per fare la tela nel suo angolo polveroso.”