La scheda di raccolta firme cartacee per gli sfollati
di Monia Orazi
I terremotati non possono essere trattati come pacchi. Si chiama così la petizione (leggi il testo) che in poche ore ha superato le diecimila firme on line, a cui se ne aggiungono numerose altre, raccolte nei campeggi e nelle strutture ricettive della costa, per dire no al trasferimento altrove degli sfollati a partire da maggio. La raccolta di firme sarà consegnata all’assessore regionale al Turismo, Moreno Pieroni, il prossimo 23 marzo, durante l’incontro previsto con i comitati che rappresentano coloro che sono rimasti senza casa, quelli che lo stesso Pieroni definisce nei suoi discorsi pubblici “ospiti del sisma”. Si legge nell’appello della petizione: “Firma se credi non sia giusto che i terremotati, dopo aver perso la casa e il lavoro, vengano cacciati dalle strutture ricettive della costa, solo per soddisfare gli interessi economici di alcuni albergatori, i quali non vogliono onorare il contratto che li obbligherebbe ad alloggiare gli sfortunati abitanti delle zone sismiche.
Questi albergatori sono gli stessi che hanno visto incrementare notevolmente il loro fatturato proprio grazie al terremoto e ai ritardi organizzativi delle strutture di comando che, tuttora, non consentono a queste persone di rientrare nei loro paesi. Se pensi che questa sia l’ennesima violenza nei confronti di gente che dignitosamente vive questo dramma, firma questa petizione popolare. Aiutaci a non sentirci abbandonati”. Sotto alla petizione si leggono commenti di solidarietà verso gli sfollati, provenienti da ogni parte d’Italia, che chiedono alle istituzioni di non spostare gli sfollati. «Le istituzioni non ci hanno voluto ascoltare, ma il comitato non si è arreso – spiegano i referenti del Comitato “La nostra terra trema, noi no” – proseguendo con la raccolta firme. Il 23 marzo all’appuntamento che abbiamo con Pieroni, mostreremo che l’intera Italia ci sostiene. Dalle strutture ricettive noi non ce ne andremo. Siamo stati sfollati dal terremoto, non possiamo essere “risfollati” dalle istituzioni».
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Premetto che non sono un albergatore. Da questo articolo sembrerebbe che l’intera colpa sia degli albergatori, ma io non la penso in questo modo, in quanto gli accordi erano se non sbaglio che la permanenza doveva essere fino ad Aprile quindi le istituzioni e il governo dovevano organizzarsi in relazione a questa data (che comunque hanno deciso). E’ logico che le strutture ricettive abbiano fatto i loro conti valutando il fatto di non perdere i clienti della stagione estiva che è la loro unica ragione di esistere