Lucia Tancredi curatrice con Loredana Lipperini ( ultima a sinistra) del festival d’inverno di Macerata Racconta
di Claudio Ricci
“Ci chiamate cratere ma non siamo sotto ad un meteorite. Siamo vivi e stiamo ricostruendo. Non vogliamo essere deportati perché è qui che vogliamo vivere”. Non è un’amante dei muri l’assessore alla Cultura di Macerata Stefania Monteverde eppure contro la diaspora delle opere d’arte ne erge uno insormontabile. Il no al trasferimento delle opere del cratere nella mostra dei Sibillini che il Mibact sta preparando a Firenze è stato ripetuto oggi in occasione dell’incontro “I Giorni della Merla”, il festival di inverno di “Macerata Racconta”. In una gremita sala dell’ex cinema allo Sferisterio rispondendo ad un intervento del sovrintendente Gabriele Barucca – ospite con la scrittrice Melania Mazzucco dell’evento curato da Lucia Tancredi e Loredana Lipperini – l’assessore ha ribadito i principi cardine del manifesto Mama. La lettera di intenti sottoscritta dagli amministratori della “Marca Maceratese” che hanno detto no alla deportazione delle opere d’arte e sì al restauro e alla valorizzazione tramite eventi da realizzare in provincia.
Il sovrintendente Gabriele Barucca con l’assessore alla Cultura Stefania Monteverde e la scrittrice Lucia Tancredi
Un diktat che verrà ribadito con forza in occasione della visita del ministro Dario Franceschini nelle Marche in programma il 14 febbraio. “Per noi il rapporto con le opere e i beni culturali non è un capriccio – ha detto Monteverde – fa parte del senso della nostra comunità. Se ce le portano via è una perdita di senso. Voi ci chiamate cratere ma non siamo sotto un meteorite. Siamo vivi e attivi e stiamo ricostruendo. Non vogliamo essere deportati ma vogliamo abitare questi territori. La mostra di Firenze può essere fatta a Macerata o comunque in provincia. Prima di essere organizzate le mostre devono essere concordate con la comunità a cui le opere appartengono, o almeno che ci sia una reciprocità nel budget delle mostre”.
Il territorio è vivo e si fa sentire attraverso l’organizzazione di eventi (solo stasera a Macerata ci sono le audizioni di Musicultura alla Filarmonica, Calendar Girls con Angela Finocchiaro al Lauro Rossi e il Teatro della Comunità al Don Bosco). “Abbiamo organizzato il festival della Merla per fare sentire che il territorio è vivo – insiste Monteverde – E’ il compito che ci dobbiamo dare: narrare le zone dove abitare, dove promuovere il turismo, attraverso eventi, mostre e presentazioni”. Mazzucco autrice di “Io sono con te. Storia di Brigitte” (vincitore del premio Libro dell’Anno 2016 di Radio3 Fahrenheit) ha affrontato con Barucca, il tema della identità territoriale attraverso il recupero, la salvaguardia dei beni culturali che la caratterizzano, la cura e la preservazione della bellezza. “Dobbiamo avere la forza di far parlare delle Marche anche fuori dalla nostra regione”, il senso dell’intervento di Barucca. Ma per gli amministratori della Marca è necessario ripartire da qui prima di guardare altrove.
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Il diktat al Mibact del cratere sismico farà tremare il mondo, effetto domino.
Barucca mi è parsa persona straordinaria che si commuove di fronte agli sfaceli del terremoto. Essere contro alla sua proposta di portare per qualche mese vari capolavori al Palazzo degli Uffizi mi sembra molto ideologico e poco pratico. A Firenze il dramma Marchigiano avrebbe un’attenzione mondiale importante. Non ci rubano le ooere ma le mostrano al mondo….visto che quelle messe nei magazzini dopo il terremoto del 1997 giacciono ancora nelle cantine.
No, non vi fidate, i capolavori di qua dateli a Firenze solo se in garanzia della restituzione vi danno in cambio qualche capolavoro degli Uffizi.