di Maurizio Verdenelli
L’idea, molto sottovoce, era stata lanciata nel corso di un convegno promosso nell’Aula Magna di Unimc da Cronache Maceratesi al quale avevano partecipato l’ing. Cesare Spuri, molti sindaci a cominciare da Mauro Falcucci (Castelsantangelo sul Nera), continuando con Rosa Piermattei (San Severino) ma non Marco Rinaldi (Ussita). L’idea era del professor Giuseppe Rivetti: “Una leva fiscale che consenta una vera detassazione e l’esenzione di tributi comunali, regionali e nazionali” disse il docente di Diritto Tributario di Unimc aprendo con circospezione il tavolo sulle linee guida di quello che ora viene protocollato come ‘Modello Ussita’. La doppia scossa, 24 ore più tardi fece rinviare tutto. Il tema venne tuttavia ripreso dallo stesso Rivetti e dall’ing. Rinaldi in una conferenza stampa con il rettore Francesco Adornato e da uno scambio di battute rapidissime con il Presidente Mattarella durante la sua visita ufficiale ad Ussita. “Ne parlerò con il Governo” assicurò.
Non sappiamo se davvero l’abbia fatto anche perché le dimissioni di Matteo Renzi imposero uno stand by. Il Capo di Stato intanto sarà lunedì a presenziare l’inaugurazione dell’anno accademico di Unicam che nel frattempo ha bruciato i tempi presentando, pronubo il viceministro Nencini, un progetto di legge con tempi analoghi (leggi). Come minimo, Sergio Mattarella nella sua sesta visita ufficiale nelle zone terremotate si troverà un po’ in imbarazzo perché intanto il Modello Ussita è stato inviato a Lui e alla presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini. Appare preveggente, come minimo, il consiglio tempo addietro da parte del sindaco del terremoto del ’97, il serravallese Venanzo Ronchetti: “Unicam ed Unimc, atenei entrambi in provincia di Macerata, devono collaborare sulla zona franca. E’ troppo importante. Se la ricostruzione post sisma di 20 anni è in parte fallita come potenziale attrattivo di imprese ed occupazione, si deve proprio a questa carenza legislativa”.
Il ‘modello Ussita’ –dicono ad una voce Rinaldi e Rivetti- intende far luce su una fiscalità dal volto umano, capace di rilanciare il sistema imprenditoriale del territorio e di essere attrattiva verso nuovi capitali attraverso una detassazione da applicare sul reddito prodotto nelle zone di insediamento. Si tratta di un progetto che riconduce a una “fiscalità privilegiata” da applicare a tutti i comuni colpiti dai terremoti che si sono susseguiti nell’Italia Centrale a partire dal 24 agosto. Questa volta niente piedi di piombo, niente circospezione sperando che i due progetti Unimc ed Unicam non si elidano e che trovino finalmente attenzione dal Palazzo romano e dal tolentinate premier Paolo Gentiloni. Il progetto “La fiscalità dal volto umano” è stato infatti presentata questa mattina all’Università di Macerata, che ha collaborato alla stesura del testo, nel corso del convegno “Recuperare il valore del territorio dopo il sisma”.
“Le linee guida si fondano su modelli innovativi e su nuovi modi di pensare e di utilizzare la leva fiscale, diversi dalla Zona franca, che rappresenta qualcosa di fermo e immobile che secondo noi non funziona – ha spiegato Rivetti -. Quello che noi proponiamo è un modello di fiscalità umanitaria con ricadute importanti sul territorio. Abbiamo predisposto linee guida con l’obiettivo di detassare non solo le imprese già presenti nella zona, ma anche quelle che vogliono investire sul territorio limitatamente ai redditi lì prodotti. Naturalmente, si incentiveranno quelle aziende che propongono attività in armonia e nel rispetto delle tradizioni. In questo senso il sindaco di Ussita Marco Rinaldi mi ha detto di essere già stato contattato da alcune multinazionali. Peraltro, le aree di esenzione solo apparentemente determinano una diminuzione finanziaria del bilancio dello Stato in termini di minori entrate. L’intervento diretto di quest’ultimo, comporterebbe, infatti, una spesa di gran lunga superiore. In tale contesto, l’istituzione di una fondazione di diritto privato con finalità pubbliche, mediante l’apporto di competenze gestionali, potrebbe sostenere, attrarre e organizzare le iniziative nei territori interessati”.
Un momento del convegno con il rettore Francesco Adornato, Roberto Perna, Alessio Cavicchi e Francesca Spigarelli
L’utilizzo della leva fiscale come forma di sviluppo è solo una delle decine di proposte operative presentate oggi nel corso del convegno. “Non abbiamo mai lamentato nulla, ma abbiamo cercato di ricostruire – ha commentato in apertura il rettore Francesco Adornato -. L’Università di Macerata può svolgere un ruolo di volano in questo processo. Si tratta di ricostruire anche lo spirito della comunità, tutto ciò che costituisce la sua identità più profonda, a partire da quelle attività ricomprese nel triangolo agricoltura, cultura e turismo”. Come ha spiegato il professor Alessio Cavicchi, uno degli organizzatori dell’iniziativa, “in questi mesi abbiamo incontrato associazioni, imprenditori e tanti esponenti della società civile impegnati in opere di sostegno alla popolazione e di recupero del valore presente sul territorio. A metà dicembre abbiamo lanciato un invito a presentare le proprie idee. Il risultato è stato impressionante: sono arrivate più di 100 adesioni e 40 proposte operative”. I progetti discussi e approfonditi nel corso della giornata saranno pubblicati la prossima settimana su sito di CreaHub, lo spazio dedicato all’imprenditorialità, alla creatività ed all’innovazione di Unimc, www.creahub.it, come ha spiegato Francesca Spigarelli, delegata del rettore all’autoimprenditorialità.
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L’imbarazzo della scelta è inevitabile quando s’ha a che fare con un territorio così sovrabbondante in genialità, e poi si potrebbe anche ricorrere ad una staffetta, tra i due modelli di zona franca, come fece Valcareggi con Mazzola e Rivera.
Volevo portare la mia fabbrica di sogni all’estero, ma mi conviene aspettare.