Gli esponenti del Movimento sindaci cambiamento Paolo Teodori, Andrea Gentili, Leonardo Catena e Osvaldo Messi
“Predisporre per il prossimo congresso provinciale del Pd una proposta alternativa all’attuale classe dirigente, ai suoi metodi opachi ed alla sua visione della politica come terreno degli intrighi, delle tattiche e dei privilegi da perseguire e consolidare”. Vengono al pettine i nodi in casa Pd. Il movimento sindaci Cambiamento area Renzi (Andrea Gentili, Leonardo Catena, Paolo Teodori e Osvaldo Messi e Sara Simoncini) preparano il terreno per lo scontro al congresso provinciale che dovrebbe tenersi la prossima primavera (referendum permettendo). Lo strappo dell’elezione alla segreteria del “comiano” Francesco Vitali ha esasperato una situazione già tesa per gli ultimi insuccessi elettorali e culminata con la debacle alle provinciali che ha portato 60 amministratori in casacca democrat a chiedere una verifica della maggioranza regionale (leggi l’articolo). “Un’elezione – quella del segretario – propagandata come scelta condivisa – scrivono sindaci e Area Renzi – ma in realtà opera di una minoranza animata da propositi bellicosi. Giova infatti ricordare che l’assemblea provinciale è composta di 109 membri e il segretario deve ottenere la metà più uno dei componenti – il fatto che alcuni componenti siano decaduti non abbassa il quorum ma richiede semplicemente che vengano sostituiti. In sostanza ci troviamo con un segretario di minoranza, eletto illegittimamente con 50 voti su 109 sulla base di un accordo tra il segretario regionale, la minoranza interna bersaniana e gli esponenti che non lavorando per il sì al referendum tendono a schierarsi con il fronte del no. Il senso di responsabilità ci induce a non intraprendere azioni formali su questo punto anche se prendiamo nettamente le distanze da questa operazione e non faremo parte della segreteria“. Per il momento la guerra si mantiene fredda in vista del confronto vero che si giocherà al congresso dove gli amministratori, che lo scorso 22 settembre si sono riuniti a Montecassiano (circa 70 i presenti), faranno valere i propri numeri.
“Non siamo affatto interessati a sterili polemiche – continuano – ad occuparci del toto-candidature o a pianificare il futuro degli aderenti a questo movimento. Siamo invece preoccupati di restituire alla politica quella vicinanza con i cittadini e quella capacità di affrontare i problemi che sembra avere smarrito. Così come siamo preoccupati di un Partito Democratico che da Ancona a Macerata annaspa dentro logiche interne, inerte e incapace di fare scelte chiare e comprensibili all’opinione pubblica ma anche ai militanti. Dalla vicenda dell’Area vasta che ha visto un ambiguo fiancheggiamento di Pettinari verso il quale il Pd sembra soffrire di un imbarazzante complesso di inferiorità (vedi i veti del presidente al trattamento del materiale organico della Provincia di Ancona e all’ingresso del Comune di Loreto nel nostro sistema), alle prese di posizione del vice segretario regionale Fioretti per il no al referendum al quale il segretario Comi risponde con un tenero buffetto”.
“Ci preme promuovere iniziative sul territorio come faremo sabato (22 ottobre) ad Ussita con Simona Bonafè – conclude il comunicato – sui temi della ricostruzione, e da qui in avanti toccando tutti i territori e i problemi di maggiore rilevanza per le nostre comunità. Intanto ci stiamo impegnando con determinazione per il sì ad un referendum che rappresenterà un passaggio storico per il nostro paese”.
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Una ne voglio dire pure io: ” Renziani si nasce, non si diventa “.
Rendere la medesima cosa disprezzabile o rispettabile e nobile chiamandola con una parola diversa: questa è la potenza della parola. E perciò chi è padrone delle parole è padrone delle cose.