«La prima vera indicazione che mi sento di dare, e che dovrebbe tranquillizzare tutti, comprese le opposizioni, è che stiamo cercando come principale soluzione la via per giungere in tempi rapidi alla costruzione di una nuova scuola». Il sindaco Rosa Piermattei interviene sulla situazione dell’istituto Alessandro Luzio a San Severino dopo il terremoto. Lo fa dopo l’ordinanza con cui ha disposto l’evacuazione per lavori del terzo piano – che ospita la scuola d’infanzia e primaria – e l’inizio dell’attività didattica lunedì (26 settembre). Dopo il consiglio d’istituto di lunedì sera diversi genitori hanno deciso di trasferire i propri figli nei plessi scolastici limitrofi (leggi l’articolo).
«Sette classi passeranno dalla Luzio al plesso Tacchi Venturi mentre altre due classi saranno trasferite al primo piano – fa sapere la Piermattei – Il Comune provvederà a rendere perfettamente fruibili le aule e gli spazi per gli alunni, ma anche per i docenti e il personale tutto, con trasloco di mobilio, arredi e attrezzature e con l’approntamento di tutti i necessari servizi di supporto, compresi il trasporto con gli scuolabus e la mensa. L’ordinanza prevede, inoltre, di isolare palestra e mensa fino a quando non saranno eliminate le criticità presenti. Per quanto riguarda la mensa le eventuali sezioni dell’infanzia presenti, temporaneamente sosteranno in aula così da permettere alle undici classi della scuola primaria di utilizzare la sala mensa dell’infanzia stessa».
«Si tratta di una decisione assunta dopo aver ascoltato tutti e dopo aver riflettuto molto sul da farsi – continua il primo cittadino – La decisione ricalca quanto già annunciato il 12 settembre (leggi l’articolo) nel corso della seduta del Consiglio comunale dedicata alla discussione in aula sulla sicurezza nei vari plessi scolastici. A San Severino ce lo hanno detto e scritto diversi tecnici, le scuole comunali sono tutte sicure e perfettamente agibili. Per la Luzio, però, ci siamo presi alcuni giorni in più proprio per essere stra-sicuri perché la premessa a una delibera, scritta ad aprile ma pubblicata ad agosto, da un funzionario ha fornito una esasperata interpretazione di ben due perizie redatte, in tempi diversi, da tre tecnici incaricati a più riprese dalla precedente amministrazione. La stessa delibera, ancor prima delle scosse di terremoto del 24 agosto scorso, aveva fatto scattare un allarme anche nella nuova Giunta che aveva subito chiesto aiuto, stiamo parlando di fine giugno, alla protezione civile regionale e al dirigente Cesare Spuri. Una successiva perizia ha confermato dati che non sono mai stati obiettivamente preoccupanti. I sopralluoghi dei tecnici del Comune, della Regione, dei vigili del fuoco, del Provveditorato alle opere pubbliche e, soprattutto, la sequenza di piccole e medie scosse, ci hanno rassicurato non solo sull’agibilità mai messa in discussione, ma proprio sulla sicurezza. Tuttavia abbiamo voluto fare di più per stare tranquilli noi e per tranquillizzare le famiglie degli alunni.
«Posso solo dire che abbiamo lavorato molto e abbiamo preferito fare questo piuttosto che rilasciare dichiarazioni – schiarisce Piermattei – Le abbiamo provate tutte elaborando un piano A, un piano B e un piano C. Abbiamo fatto tutti i controlli arrivando a un livello di conoscenza (LC3) che è molto superiore rispetto al passato. Questo livello ci ha permesso di individuare, però, alcuni punti critici su cui ci siamo già messi a lavorare. Siamo partiti dal torrino della scala principale, che non è stato considerato un punto critico ma è una importante via di fuga. Con il riavvio delle lezioni questo sarà già a posto. Abbiamo chiuso mensa e palestra e presto avvieremo i lavori al terzo piano con opere di miglioramento e con la sistemazione di un bagno. Quest’ultima parte dell’edificio resterà chiusa il tempo che servirà per fare le riparazioni.
Sull’ipotesi della nuova scuola precisa: «Abbiamo trovato validissimi professionisti che si sono messi a disposizione per farci avere, gratuitamente, delle ipotesi di progetto. Il nuovo edificio dovrà essere sicuro e più consono ad ospitare una scuola perché, è ovvio, la moderna didattica non si può sposare con una struttura su tre piani come quella esistente. I nostri studenti sono tutti miei figli, vista la responsabilità che ho nei loro confronti, e la sola idea che i bambini possano subire anche le sole paure degli adulti mi fa stare male. Per questo continuerò a lavorare, come ho sempre fatto, pensando anzitutto a loro».
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