«Se si vuol vendere Gas marca si dica che è una volontà politica, non un obbligo di legge». Questa la posizione di Fratelli d’Italia che si schiera contro la vendita così come è stata voluta dalla giunta Corvatta. Al centro delle perplessità c’è il fatto che la legge di stabilità ha eliminato l’obbligo di alienazione se la partecipata è in attivo. «Gas marca non è in perdita – spiega Massimo Belvederesi coordinatore provinciale FdI – la legge è chiara e si prevede la chiusura solo per quelle aziende in rosso e che non sono indispensabili per l’attività sociale e istituzionale del Comune. Gas marca invece svolge un ruolo fondamentale. Se si vuol vendere è una scelta legittima, ma si dica che è una scelta politica». Critico anche Pierpaolo Borroni che non approva il metodo applicato senza garanzie certe per i lavoratori: «Ci dicano che fine faranno gli sportelli, il personale – dice Borroni – e soprattutto dov’è l’utilità per il cittadino di questa operazione? Che senso ha vendere Gas marca? Per far acquistare ad Atac il capannone? Inoltre i consiglieri di maggioranza che non sono d’accordo con questa operazione faranno qualcosa, una mozione o rimarranno succubi della linea politica dettata da Corvatta?»
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