di Gianluca Ginella
Una sfilza di alias, sette figli, l’abilità di mettere a segno un furto nel giro di pochi minuti: Dalida Radosavljevic, 30 anni, rom di origine bosniaca, è finita in manette il giorno di Pasqua, dopo essere entrata poco prima delle 19 in un appartamento che si trova in via Domenico Rossi, a Macerata (leggi l’articolo). La donna ha agito approfittando dell’assenza della proprietaria che a quell’ora era andata a messa. Questa mattina Radosavljevic ha spiegato al giudice Danilo Russo del tribunale di Macerata, che era arrivata in città domenica con l’autobus insieme al figlioletto di 7 mesi. «Volevo andare a chiedere l’elemosina, ma poi alla fermata degli autobus (piazza Pizzarello, ndr), ho incontrato un ragazzino di 13 anni che conosco e sono andata a rubare» ha detto la donna in aula. Scelto l’obiettivo, una palazzina di via Domenico Rossi, la donna ha spiegato di aver suonato tutti i citofoni. Non ha risposto nessuno e allora la donna è entrata nel condominio insieme al 13enne e tenendo in braccio il bebè. Per rubare hanno scelto un appartamento del secondo piano, dove vive una donna di 78 anni. Forzata la porta, una volta entrati hanno frugato ovunque. Nel giro di pochi minuti hanno preso 200 euro, una collana di bigiotteria, una collana da 750 euro. Nel frattempo però una vicina di casa si è accorta di quello che stava accadendo e ha chiamato i carabinieri. Sul posto è arrivata una pattuglia. I militari sono entrati nella casa e hanno trovato la 30enne che teneva in braccio il bebè, e il 13enne (un giovane che comunque non aveva con sé i documenti). La donna è stata arrestata, il bebè e il 13enne affidati ad una comunità. Per la donna, avendo un figlio di sette mesi, non era possibile chiedere una misura cautelare in carcere e il pm Francesca D’Arienzo ha chiesto l’obbligo di dimora a Civitanova. Misura che è stata disposta dal giudice. In udienza la donna, assistita dall’avvocato Antonio Gullotta del foro di Roma, ha detto che avrebbe risarcito i danni alla 78enne che aveva cercato di derubare. In base a quanto accertato dai carabinieri la 30enne ha decine e decine di alias cui fanno capo accuse di furto. Vive insieme al compagno e ai sette figli in un lussuoso camper che in questi giorni sosta a Civitanova. Convalidato l’arresto, il giudice ha rinviato il processo per direttissima al 15 aprile.
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