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Il procuratore generale Macrì:
“Servono pene certe,
per l’Italia momento difficilissimo”

MACERATA - Lo ha detto nel corso del convegno organizzato in seguito al delitto di Pietro Sarchiè, tanti gli ospiti presentioggi all'Asilo Ricci

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Il procuratore generale Vincenzo Macrì, con Jennifer Sarchiè e Ave Palestini

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“Iniziative come questa aggregano le persone su valori come quelli della libertà e della sicurezza, sono importanti per riflettere, siamo in un momento difficilissimo per l’Italia, dopo i recenti attacchi terroristici”, con queste parole il procuratore generale Vincenzo Macrì ha aperto il convegno “No omicidi, pene certe” organizzato da Jennifer Sarchiè, figlia di Pietro, il commerciante di pesce ucciso nel giugno di un anno fa. Il procuratore si è anche riferito al recente omicidio di via Crivelli ad Ancona: “Nelle Marche si registrano omicidi a sfondo passionale e femminicidi, ma abbiamo ora anche violenza nel mondo dei giovani, con una tragedia che nessuno poteva prevedere potesse avvenire all’interno di una famiglia”, comunque, ha aggiunto “Le Marche hanno una società sana, percorsa dagli stessi fenomeni diffusi sul piano nazionale”.

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Un’immagine del convegno

Macrì ha poi spiegato come anche nella nostra regione siano diffusi fenomeni di criminalità organizzata, che sul piano nazionale genera profitti per 180 miliardi di euro l’anno, che vengono reinvestiti nella parte sana e legale dell’economia, che passa così progressivamente sotto il controllo della malavita. “La certezza della pena è una garanzia per i cittadini, occorre ragionare e presentare progetti e proposte che valgano anche nell’ambito del terrorismo, il fenomeno della corruzione crea complici e non vittime, l’istituto delle prescrizione, così come congegnato in Italia, non c’è da nessun’altra parte del mondo”, aggiungendo come “svuotare le carceri non  sia una soluzione e come gli ottantamila ricorsi in Cassazione spesso servano per raggiungere il tempo necessario alla prescrizione”. L’onorevole Irene Manzi ha voluto sottolineare il ruolo delle associazioni nell’assistenza alle famiglie che hanno avuto un congiunto vittima di omicidio e violenza, oltre al loro ruolo fondamentale in caso di assistenza alle donne vittime di violenza. Ha parlato dell’inapplicabilità del rito abbreviato e del patteggiamento per omicidi e delitti efferati l’ex deputato Luca Paolini, già componente della commissione antimafia, auspicando una riforma dell’articolo 27 della Costituzione, in modo da poter cambiare l’attuale quadro legislativo ed evitare aberrazioni quali i pochi anni scontati da responsabili di crimini efferati, mentre per le famiglie c’è il cosiddetto “ergastolo della pena”, il dolore senza fine di chi ha perso una persona cara per mano violenta. Appassionato ed intenso l’intervento di Marina Brasiello presidente dell’Associazione Famiglia C’è,  che ha preso a cuore il caso di Jennifer Sarchiè, responsabile nazionale delle famiglie delle vittime di omicidi efferati. La presidente ha invitato a non lasciare sola la famiglia, che va maggiormente tutelata, rispetto all’attenzione prestata dai mass media ai presunti responsabili, a volte favoriti dalla legge italiana, con pene che non danno la risposta di giustizia a famiglie straziate dal dolore. Brasiello ha presentato in un video toccante la storia di Anna Rosa Fontana, uccisa nel 2010 da un convivente che la perseguitava da anni, che nessuno è riuscito a fermare. Contro il “buonismo” verso autori di omicidi, si è espressa anche la psicologia Maria Rita Marcheggiani, che ha tracciato il profilo devastante dell’impatto emotivo che una tragedia come quella vissuta dalla famiglia Sarchiè, presenti anche la moglie di Pietro, Ave Palestini ed il figlio Yuri. Momenti di intensa commozione quando sono passate le immagini della vita felice di una famiglia unita, spezzata per sempre dalla morte prematura di un padre, per morte violenta. Sono intervenuti per spiegare come si formano le prove che portano all’individuazione dei responsabili di un delitto l’avvocato Sandro Evangelisti, perito balistico, e l’ingegner Carlo Frezzotti, il perito esperto in intercettazioni telefoniche Luca Russo, l’avvocato dell’associazione Famiglia C’è Alberto Marsili Feliciangeli, la responsabile anti stalking di Macerata Orietta Quarchioni. Le riflessioni sorte dall’incontro di oggi, che si è tento all’Asilo Ricci di Macerata, diventeranno una proposta di legge per modificare la legislazione esistente, in modo da assicurare certezza della pena per i delitti più efferati.

(redazione CM)

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Luca Paolini

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L’avvocato Sandro Evangelisti

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