di Marco Ribechi
Il comitato “No al Sottopasso” porta le sue richieste all’attenzione del governo scrivendo una lettera al ministro Delrio. Il gruppo di Civitanova chiede un pronto intervento per interrompere l’iter burocratico adottato dall’amministrazione comunale per il sottopasso ferroviario in via Carducci SS16. Il pretesto è dato dalle recenti dichiarazioni dello stesso ministro delle infrastrutture e trasporti sulla volontà di rafforzare i controlli sull’applicazione della legge obiettivo in merito alla realizzazione delle opere.
«Abbiamo deciso di inviarle questa informativa – si legge nella lettera a Delrio – perché a nostro avviso l’amministrazione comunale ha usufruito della legge obiettivo in maniera sleale, sia nei confronti dei cittadini che dell’intero consiglio. Rfi – Rete ferroviaria italiana – gestisce da Bari il passaggio a livello in maniera scandalosa con chiusure inaccettabili che arrivano fino a 30 minuti anche senza passaggio del treno e politici locali, per risolvere tale inefficienza, vorrebbero spendere risorse pubbliche per svariati milioni di euro. Inoltre considerando che sulla tratta ferroviaria adriatica esistono esistono già altri tre sottopassi, in caso di una malaugurata ipotesi di alluvione il centro della città sarebbe pericolosamente isolato. Non siamo a conoscenza di un piano di Protezione Civile che consideri tali eventualità».
Il comitato quindi, dopo il successo di partecipazione alla recente assemblea (leggi l’articolo) è deciso a non mollare la presa e commenta: «L’uso della legge obiettivo, è stata definita dal commissario anti-corruzione Raffaele Cantone criminogena e da archiviare completamente con il nuovo codice degli appalti. Ciò alimenta i nostri dubbi sulla realizzazione di questa grande infrastruttura. In pratica la legge che il governo Berlusconi varò nel 2002 permette, come indicato letteralmente da tale normativa, di dare il via all’opera già con l’approvazione del progetto preliminare».
A essere lacunoso, secondo il comitato, è stato l’aspetto informativo verso la cittadinanza e il consiglio comunale: «L’ingegnere Stefano Stefoni ha detto che il progetto preliminare fu inviato già a giugno 2015 alle autorità ministeriali competenti. Ci chiediamo allora in quale modo sia stata fatta informazione alla cittadinanza. Questo era un obbligo scritto anche nel regolamento indicato dalla legge obiettivo. Invece i cittadini hanno potuto avere sottomano realmente il progetto solo nell’assemblea del 16 ottobre da noi organizzata e pubblicizzata a nostre spese. Nel momento in cui si mandava in approvazione il progetto preliminare, che avrebbe dato il via all’opera, nessuno ne fu messo a conoscenza.
Questo potrebbe aver messo i civitanovesi con le spalle al muro sulla questione, visto che forse con l’avvio di tale pratica a questo punto la gestione del progetto apparterrebbe a un accordo Stato/Regione e il Comune non avrebbe più voce in capitolo. Ribadiamo che la nostra volontà non è quella di ostacolare una possibile soluzione al problema del passaggio a livello, ma di informare in maniera adeguata e di chiedere un’assunzione di responsabilità anche per un eventuale futuro a chi oggi sbandiera con tanto ardore il progetto». Il comitato annuncia anche di voler organizzare un incontro per novembre a cui è già invitata la giunta comunale e l’intera cittadinanza, favorevole o meno alla realizzazione dell’opera.
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