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Anche Civitanova con i suoi cimeli
nel film di Martone su Leopardi

Oltre 200 oggetti del "Museo delle arti e tradizioni popolari", fondato da Pietro Pepa, sul set del "Giovane favoloso"

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di Laura Boccanera

C’è anche un po’ di Civitanova nel film sulla vita di Leopardi che la Palomar sta girando a Recanati in questi giorni. “Il giovane favoloso”, del regista di Mario Martone e interpretato da Elio Germano ripercorre infatti le tappe della vita del grande poeta recanatese e le riprese toccheranno anche Osimo, Macerata, Roma e Napoli. Ma Civitanova c’entra eccome. Senza gli oltre 200 oggetti prestati dal Museo delle arti e tradizioni popolari fondato da Pietro Pepa, detto Pierino, sarebbe stato impossibile per la produzione del film una ricostruzione così dettagliata e attenta alle consuetudini e agli usi della campagna marchigiana del primo ‘800. Grande soddisfazione per Nicola Pepa, figlio di Pietro e direttore del museo che raccoglie una passione di oltre 20 anni iniziata appunto dal padre che mise in piedi una collezione di assoluto valore storico, ricercando con acquisti e donazione gli oggetti che avevano caratterizzato la vita quotidiana. Pierino, proveniente da una famiglia che dal 1840 produceva i birocci (carri agricoli) era abituato a restaurare da sé gli oggetti che riusciva in vari modi a reperire per il Museo. I pezzi forti del museo sono un biroccio del 1924, il pregevole torchio a viti gemelle, un antico tavolo da norcino, il frantoio e gli attrezzi della fonderia della fabbrica “Cecchetti”. “Sono stato contattato ai primi di settembre dalla Produzioni Palomar Spa di Roma – spiega Nicola Pepa – e gli oggetti noleggiati per le riprese, circa 200, sono quelli foto PIETRO PEPA (Pierino)della vita contadina e delle arti e mestieri di un tempo, come ad esempio il carretto dell’arrotino, il trinciaforaggi, la forgia del fabbro, i filarelli delle tessitrici, terraglie e brocche varie, oltre a canestri di vario tipo, otri per il vino e incudini. Tali materiali sono stati coperti da assicurazione stipulata ad hoc dalla Palomar che, fra l’altro, è la stessa che produce gli sceneggiati di Montalbano. Credo di aver fatto una cosa utile e di rilievo culturale anche in memoria di mio padre che, fra l’altro amava tanto Leopardi, essendo esposto nel Museo, nella sezione “scuola di una volta”, un suo quaderno manoscritto a “pennino” della poesia “Il passero solitario”.



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