Nessun mistero sulla morte di Vigor Bovolenta: ad uccidere il giocatore di pallavolo ad appena 37 anni è stata un’aritmia provocata da una patologia cardiaca congenita. Bovolenta, ex nazionale e tesserato per il Forlì, aveva accusato un malore il 24 marzo scorso a Macerata, durante una partita del campionato di serie B2 contro la Lube (leggi l’articolo). La perizia con i risultati dell’autopsia condotta dai medici legali Gaetano Thiene, Mariano Cingolani e Rino Froldi, consulenti del pm Claudio Rastrelli, è stata depositata nei giorni scorsi.
Il tossicologo Froldi ha escluso che Bovolenta abbia assunto sostanze stimolanti o farmaci che possano aver agito da concausa nel malore. Ora il pm sta valutando la relazione dei periti e il rapporto della polizia giudiziaria sugli altri accertamenti condotti in questi mesi: nei prossimi giorni deciderà se proseguire l’indagine o archiviare il fascicolo. Manca ancora un tassello, infatti, per chiudere definitivamente il cerchio. Resta da capire se la patologia pregressa da cui Bovolenta era affetto fosse o meno diagnosticabile.
Nella stagione 1997-‘98, quando giocava a Ferrara,l’ex azzurro era stato costretto a fermarsi per tre mesi e mezzo proprio a causa di un’aritmia. In seguito il problema non si era più ripresentato, il ritmo cardiaco si era stabilizzato, e i controlli medici cui l’atleta era stato sottoposto nel tempo avevano sempre dato esito negativo.
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