L’iniziativa annunciata a metà dicembre (leggi l’articolo) dalla Provincia di Macerata di avviare un’azione coordinata per dare il riconoscimento “DOP” (Denominazione d’origine protetta) al ciauscolo tradizionale maceratese è stata condivisa dagli enti ed associazioni interessati. Provincia, Camera di commercio, le tre Comunità montane, le organizzazioni agricole (Coldiretti, Cia, Copagri, Confagricoltura) e associazioni dell’artigianato (Cna e Confartianato) hanno deciso di costituire un apposito Comitato per il riconoscimento del ciauscolo Dop.
Nel corso di un nuovo incontro convocato dall’assessore provinciale alle attività produttive, Giovanni Torresi, a cui ha partecipato anche un funzionario della Regione Marche, è stato predisposto un protocollo d’intesa che dovrà essere prossimamente sottoscritto da enti ed organizzazioni partecipanti. Sarà quindi il Comitato ad intraprendere e seguire l’iter procedurale per giungere all’ottenimento della “Dop”. La Provincia, tramite i propri uffici, si assumerà l’onere delle attività di segreteria, anche al fine di assicurare il funzionamento del Comitato ed il disbrigo delle pratiche che la procedura richiede. Tra queste ultime anche una approfondita ricerca sulla storicità del prodotto.
Il riconoscimento della Dop per il ciauscolo tradizionale maceratese, che già da più di due anni si avvale del marchio IGP (Indicazione geografica protetta) significa – come hanno sottolineato i rappresentanti delle istituzioni presenti – non solo valorizzazione del prodotto, ma anche sostegno alle attività produttive legate alle tipicità agroalimentari e un contributo agli obiettivi di sviluppo integrato e sostenibile del territorio provinciale. “La Dop – ha aggiunto l’assessore Torresi – permette di valorizzare in particolare l’intera filiera del ciauscolo, dall’allevamento di maiali, nati e cresciuti nel territorio, fino all’alimentazione degli stessi.”
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Un plauso alla Provincia, a Torresi ed a tutti quelli che sostengono l’iniziativa. Una proposta: perchè gli stessi partecipanti alla iniziativa non prendono in considerazione la Dop per L’Olio dei Colli maceratesi ?
E’ vero, la nostra olivicoltura non ha una grande estensione ma ha una lunga tradizione. Non esiste un podere che non abbia un piccolo appezzamento ad uliveto destinato alla produzione familiare. La cultura del “friscolo” è radicata profondamente nella cultura maceratese e l’olivicoltura può diventare una proposta di riconversione di molti terreni, tenuto anche conto del benefico effetto che i nuovi impianti hanno sulla sistemazione dei terreni per ridurre ed eliminare il dilavamento delle zone collinari.
Una domanda ed un indovinello ai patrioti provincial/camerali del ciabuscolo dopatto :
1) Qual è il numero dei capi suini e dove sono gli allevamenti in Provincia di Macerata?
2) Ciauscolo non è manco sargiccia se piglia co’ le ma’ quanno se pisccia?