Uno dei più controversi personaggi della letteratura e del teatro occidentale è sicuramente don Giovanni. Sempre in bilico tra ammirazione e terrore da parte dei mariti e amore e disprezzo da parte delle mogli, don Giovanni incarna, da sempre e sotto ogni latitudine, il «conquistatore» per definizione, l’amante per antonomasia, l’uomo capace di eludere la sorveglianza degli uomini più gelosi e circospetti e irretirne le spose più algide e virtuose, facendo scempio dei loro sentimenti, per poi abbandonarle senza scrupoli, attratto da nuove e più eccitanti avventure. Le sue imprese amorose hanno ispirato fior di scrittori e musicisti i quali lo hanno immortalato in opere che sembrano non conoscere declino nel tempo.
Inevitabile, quindi, che ancora oggi un giovane autore di teatro sentisse imperioso il desiderio di riproporlo all’attenzione del pubblico, magari con un nuovo look. E così Francesco Facciolli, il vulcanico regista-attore-autore del Teatro dei Picari di Macerata, ha voluto cimentarsi in questa ardua impresa. Affascinato dal suo intramontabile mito, ha messo in scena «Del don Giovanni», farsa tragica in due atti nella quale, più che raccontare ancora una volta il suo vissuto di irresistibile amante, preferisce ripercorrerne la vita teatrale, dal ’600 ai nostri giorni, con «citazioni» tratte dalle opere di Tirso da Molina, Mozart, Lorenzo da Ponte, Molière ed altri per poi cucirle tra loro con grande abilità.
Il risultato di questa singolare operazione è un collage raffinato e di elevata qualità artistica e grande presa sul pubblico. I personaggi sono quelli della tradizione: l’infaticabile e affascinante don Giovanni (interpretato da Leonardo Gasparri, nella foto, un giovane che continua a «crescere» artisticamente ad ogni nuova impresa teatrale), incapace di pentirsi delle sue malefatte, anche dinanzi alla morte e le sue «vittime», donna Anna (Stefania Colotti) e donna Elvira (Lucia De Luca), sedotte e abbandonate senza scrupoli, accanto alle quale fa la sua comparsa Palummella (Scilla Sticchi), una carnale popolana, vera e propria «new entry» dell’opera di Facciolli.
Infatti, il fantasioso autore s’è preso la libertà di sostituire Leporello, il servitore mozartiano di don Giovanni, con Pulcinella, che egli stesso interpreta in maniera superlativa (nella foto). Anche Palummella, la sua donna, rischia ingenuamente di cedere alle lusinghe di don Giovanni, nella illusione di poter diventare una nobildonna.
L’innovazione, all’apparenza irriverente, risulta invece felice perché dà alla vicenda un «colore» diverso, più gradevole. Lo spettatore non assiste più ad una tragedia che inizia e si conclude con la morte di un personaggio (il Commendatore, padre di donna Anna e lo stesso don Giovanni) bensì ad una piacevole farsa che vive sui contrasti esilaranti tra servo e padrone, le gustose gags, i travestimenti, le argute trovate che costituiscono la peculiarità del teatro comico popolare napoletano.
Grazie alla comicità di Pulcinella, la scena risuona di risate capaci di esorcizzare le forze demoniache e sovrannaturali che la pervadono. Ma la tragedia aleggia sempre nell’aria e rimane anche dopo il lento dissolversi della risata. E l’opera, così come era iniziata con un Pulcinella dormiente, si chiude con un don Giovanni morente.
I protagonisti si muovono su una scena realizzata con semplici praticabili che formano una piccola scalinata alle cui spalle una «tripolina» abbacinante cela parzialmente alla vista del pubblico la Corale Polifonica «Solidalcanto» di Morrovalle che, accompagnata al pianoforte da Ermanno Beccacece, esegue brani tratti dal Don Giovanni di Mozart, sotto la guida del M° Augusto Cingolani.
L’effetto è sorprendente e coinvolgente, grazie anche al sapiente dosaggio delle luci che in alcuni frangenti dà allo spettatore la sensazione di trovarsi all’interno di una severa cattedrale gotica. Ricchi e curati i costumi, realizzati dalla sartoria Arianna. Il Teatro dei Picari ha ancora una volta messo in scena una pièce di grande valore artistico, nel segno di una consolidata tradizione che lo pone tra le più qualificate formazioni del panorama amatoriale italiano.
L’accurato e meticoloso lavoro preparatorio tocca l’apice nelle appropriate movenze dell’intero cast e in particolare negli eleganti movimenti coreografici di Michela Paoloni che hanno visto protagonisti Pulcinella e don Giovanni.
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