Martedì e mercoledì (6-7 dicembre), con inizio alle ore 21, prosegue con L’uomo, la bestia e la virtù di Luigi Pirandello la stagione di prosa del Teatro Lauro Rossi, promossa dal Comune e dall’Amat – associazione marchigiana attività teatrali- con il contributo della Regione Marche e del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. La commedia verrà proposta nella lettura del giovane regista Antonio Mingarelli e portata in scena dalla compagnia Vocitinte. Accolta con perplessità al suo debutto, nel tempo la commedia di Pirandello si è imposta come una delle più rappresentate in Italia e nel mondo. Il farsesco tema trattato è ben rappresentato dal titolo in cui si individuano tre maschere, corrispondenti ad altrettanti “tipi” morali.
La prima è quella dell’Uomo ovvero Paolino, professore privato che cela dietro il suo ostentato perbenismo la tresca con la signora Perella; quest’ultima è invece la Maschera della Virtù, pudica madre di famiglia abbandonata dal marito, capitano di marina che appare agli occhi della gente come il ritratto della Bestia. Commedia ad orologeria per eccellenza, L’uomo, la bestia e la virtù non si limita a passare al setaccio le convenzioni e le ipocrisie borghesi, ma riesce a rappresentare, in maniera più feroce che altrove nell’opera pirandelliana, il funereo, macabro, gioco dei ruoli che la società impone all’individuo quando ne orienta i comportamenti, gli istinti. Vocitinte è una compagnia che fa parte di “Matilde. Piattaforma della nuova scena marchigiana” un progetto di Regione Marche e AMAT, fondata da attori provenienti dalla Scuola del Piccolo Teatro di Milano. L’approdo a Pirandello è parte di un discorso teatrale che vuole abbracciare senza soluzione di continuità il teatro classico e quello contemporaneo. La lettura con cui è affrontato il testo di Pirandello è tesa ad evidenziare i legami tra la tematica dell’ipocrisia morale dell’Italia pre-ventennio e i nostri tempi, in particolar modo sottolineando come oggi dietro all’attribuzione di “maschere” sociali, di ruoli, si celi un desiderio di sopraffazione istituzionale, una forma di potere che fa dell’individuo un ingranaggio inerme. I protagonisti dello spettacolo sono Lino Musella, Paolo Mazzarelli, Alice Torriani, Camilla Semino Favro, Gabriele Falsetta, Fabrizio Martorelli, Marcella Favilla. Le scene sono di Elisabetta Salvatori e le luci di Carola Runci. Info e biglietti: Biglietteria dei Teatri 0733 230735, AMAT 071 2072439, www.amat.marche.it
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Antonio Mingarelli è stato nominato nel CDA amat appena una settimana fa… ma è giusto che faccia spettacoli come dice l’articolo:
” prosa del Teatro Lauro Rossi, promossa dal Comune e dall’Amat – associazione marchigiana attività teatrali- con il contributo della Regione Marche e del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. ”
finanziati da comune e amat?
quando comune manzi è anche lei nell’amat e mingarelli stesso c’è?????
No, dico da quest’anno bisogna NON ANDARE PIU’ AL LAURO ROSSI…
LA CAMPAGNA CONTRO IL TEATRO E’ APERTA FINCHE’ IN CDA NON SI DIMETTE, PASSATE PAROLA BASTA ANDARE AL LAURO ROSSI!!!!!!!!!!!!!!!!
Non sono d’accordo, caro Travaglio.
Antonio Mingarelli è un ragazzo bravo e preparato nel suo mestiere. Oltretutto, credo che la nomina gli sia piovuta in testa senza che ne sapesse alcunché, dal momento che proprio uno o due giorni prima – incontrandolo in piazza – lamentava il semioblio a cui si sentiva condannato nella nostra città. Vorresti farmi credere che mi parlava così sapendo che invece era l’opposto, magari per una inveterata maniera scaramantica propria degli attori? Indubbiamente sarebbe proprio stato un grand’attore, confermando le sue qualità. Ma resta il fatto che con me non ne avrebbe avuto bisogno, sapendo quanto lo stimo.
Caro Davoli, non sono d’accordo.
Un conto è essere bravo, un conto è il rispetto delle regole: tenere i piedi in due staffe, che è indipendente dalla bravura ed è comodo dico io…
(lo dicevano Silenzi e Pettinari in campagna elettorale di Berlusconi tutto il tempo e stanno facendo le stese cose…)
ora a lui la scelta (a io farei dimettere in blocco anche i vari assessori che come vede destinano soldi comunali agli spettacoli…) o si dimette dal CDA o si tiene la sua compagnia, se fosse bravo e preparato sa anche che si devono fare delle scelte nella vita.
Esser bravi è anche saper rispettare le regole caro Davoli…
non ce l’ho con Mingarelli, ce l’avrei in genere con chiunque avesse fatto una cosa del genere… Poi diciamocelo, caro Davoli, quanti spettacoli ha fatto in questi anni a Macerata il seppur bravo Mingarelli coi nostri soldi???
ma Travaglio caro,
quanti soldi ha ciucciato lo Sferisterio per spettacoli decisamente al di sotto della spesa, in tutti questi anni?? Quanti somari aleggiano intorno ai finanziamenti pubblici, a tutti i livelli? E ci rifacciamo la verginità con Antonio Mingarelli, che perlomeno è bravo, ha titoli reali e sa quello che fa?
Ora per carità, possono esserci motivi di inopportunità (ma bisognerebbe vedere se, per esempio, questi spettacoli non siano stati decisi prima della nomina di Antonio); e altrettanto indubbiamente, a fare come me, che me ne rimango lietamente extra moenia (per scelta altrui, ma non solo), non si sbaglia mai.
A me però, voglio dirti, dispiacerebbe scoprire che Antonio avesse avuto bisogno di fingersi dimenticato mentre gli si accendevano i motori della nomina all’Amat. Mi dispiacerebbe perché mi avrebbe tolto la gioia di congratularmi con lui, per un’inversione di tendenza che rappresentava e rappresenta nel campo delle nomine nei famigerati CdA. Al di là di questo aspetto, tutto personale e amicale, sottolineo piuttosto la tua stortura finale nel commento precedente: il “seppur bravo” Mingarelli. Come “seppur bravo”?? E’ quella, la cosa più importante! Che uno sia realmente competente nel suo mestiere, che sappia fare bene le cose. Perché non punti il canocchiale di sdegno sui somari o gli incompetenti che fanno cose a Macerata coi nostri soldi?
Scusate se mi intrometto:
ma se la nomina gli è capitata fra capo e collo non poteva declinare?
Se uno è bravo, non ha bisogno dei soldi del comune, dell’Amat e essere nel CDA per essere bravo.
proprio tu lo dimostri caro Filippo che la cultura si fa al Vennzetti e non al comune.
Qualsiasi cosa fa il comune ormai è piccola, in confronto la Venanzetti cultura perchè fatta con passione vera…
In una settimana di proteste del CDA il seppur bravo Minagrelli ha fatto “l’indifferente”, allora che devo pensare? Non poteva dimettersi da uno dei due?
Magari lo spettacolo l’ha fatto prima di essere nominato, ma il problema resta per il futuro. Lui dovrebbe fare una dichiarazione e chiarire come stanno le cose e dimettersi da uno dei due.
Valentino Rossi è il miglior pilota del mondo, però non pagò le tasse. Volgiamo dire però è bravo se non paga le tasse pazienza…
Cmq l’ultima cosa poi vi lascio è : su uno è un grande attore e per dimostrare che è un grande attore ha bisogno del comune, dell’AMAT e essere nel CDA Amat contemporaneamente, per me è uno piccolo piccolo…
Se la bravura di un attore la giudichiamo in base a quel che dice e come si pone, Carancini merita l’Oscar…
Egregio Signor “Travaglio”,
intervengo con non poco imbarazzo nella polemica soltanto per precisare che, per quanto mi risulta, mio fratello Antonio non è stato affatto nominato membro del Cda dell’AMAT ma, credo, rappresentante del Comune di Macerata nell’Ente.
Al di là di questo, trovo francamente poco elegante che Lei, celandosi dietro un nome di fantasia che “è tutto un programma”, inviti al sabotaggio e faccia apprezzamenti infondati e molto pesanti (al limite della diffamazione) su una persona che, in ogni caso, svolge il proprio lavoro con impegno, passione ed onestà intellettuale.
Confido nel fatto che Lei possa rivedere la Sua posizione e, soprattutto, spero che stasera Lei venga a Teatro.
In questo caso, La prego di farsi “vivo” e di farsi riconoscere.
Sarei lieto di stringerle la mano.
Con molti saluti
Alessandro Mingarelli
Allora caro Alessandro, innanzitutto le chiedo di far intervenire SUO fratello a chiarire la situazione.
Decide i soldi che vanno all’AMAT o quali spettacoli vengano fatti? Ha una società iscritta all’AMAT?
Chiarito ciò sarò ben lieto di venire al suo spettacolo e le chiedo di farmi lasciare un biglietto in portineria e le farò anche una recensione su CM.
Attendo delucidazioni e le racconterò un aneddoto.
Anni fa (tipo 3) proposi uno spettacolo all’AMAT da realizzare su bando per sceneggiature inedite.
Sa come funziona?
Bene, si basa su sceneggiature, e in base a quelle un comitato decide quali spettacoli fare.
Allora sai che feci?
Telefonai ad un mio amico, sceneggiatore, e mi feci scrivere una sceneggiatura da lui.
ma non era uno sceneggiatore qualunque… sa chi era?
Era il docente di cattedra di sceneggiatura al DAMS di Bologna, una delle migliori scuole in Italia.
Feci la domanda e aspettai.
La mia fu l’unica domanda bocciata dal comitato.
Però tutti i piccoli sceneggiatori maceratesi ottennero i soldi e i loro spettacoli furono fatti. La sceneggiatura del docente del DAMS di Bologna, no.
Innanzitutto credo sia ridicolo scegliere degli spettacoli in questo modo, ma le dico, sinceramente, che quello che succede a Macerata è davvero oltre ogni limite.
Discorsi poveri, io non feci il mio spettacolo.
Suo fratello, magari bravissimo, ne ha fatti molti, però credo che ci debba essere una possibilità per tutti, non crede?
MT
Se mio fratello riterrà di intervenire lo farà senz’altro (non so se sia a conoscenza di questa polemica).
Per il resto, a me che sono del tutto ignorante del tema in discussione, interessa soltanto che non si insultino pubblicamente le persone e non si facciano inaccettabili insinuazioni in assoluto anonimato.
La libertà di espressione ha un limite invalicabile nel rispetto della persona e nel diritto di questa calco oscure l’identità del proprio interlocutore, altrimenti essa diventa puro arbitrio e intollerabile prepotenza.
Stasera saró a teatro: la aspetto in portineria con il biglietto..offro io..ma lei, per cortesia, si faccia riconoscere.
Distinti saluti
Alessandro Mingarelli
Caro Alessandro io non ho letto nelle parole di Marco alcun insulto e purtroppo quello che lui descrive è la pratica con la quale viene gestita la politica culturale a Macerata. Non riguarda Antonio, ovvio ma purtroppo l’Amat non sempre effettua delle scelte consone alle linee del suo Statuto .
Quando poi uno va a ricoprire dei ruoli”pubblici” è normale che possa essere soggetto a critiche o opinioni anche negative. Da qui all’insulto ce ne passa e mi dispiace tanto perchè conosco la bravura e la competenza di Marco così come la rettitudine artistica di Antonio. Se magari ci fosse più unione e condivisione della tutela del Teatro ci sarebbe spazio per tutti.E’ questo dovrebbe essere compito dell’aMAT