Si è definita oggi in primo grado una parte del processo aperto al Tribunale di Macerata contro i soggetti imputati per la cessione di droga costata la vita al giovane maceratese Nicola Bommarito il 22 giugno 2009.
Il Giudice dell’udienza preliminare, Enrico Zampetti, ha infatti emesso la sentenza per uno dei due imputati, il maceratese Roberto Micozzi, difeso dall’avvocato Antonella Mercuriali, che aveva scelto il rito abbreviato. La condanna è stata molto severa, andando anche oltre la richiesta dello stesso Pubblico Ministero: un anno e quattro mesi di reclusione e duemila euro di multa, con pena sospesa e con condanna al pagamento delle spese processuali e del risarcimento del danno, da liquidarsi in separata sede.
Il Giudice ha ritenuto il giovane maceratese responsabile per il reato di cui all’art. 73, comma 5, del DPR n. 309/90 (cessione di sostanze stupefacenti di lieve entità) e per il reato di cui all’art. 586 del codice penale (morte quale conseguenza di altro reato).
Il processo proseguirà con altra udienza, ancora da fissarsi, per la seconda imputata, la nigeriana Omoregbe Imariabe, peraltro da tempo ormai irreperibile, che sarà invece giudicata con il rito ordinario.
Le parti civili erano i genitori di Nicola, l’avvocato Giuseppe Bommarito e la signora Simonetta Poloni, nonché la fidanzata Francesca Marchesini, tutti difesi dagli avvocati Vando Scheggia e Mariaelvia Valeri.
(redazione CM)
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Quel tipo ha causato, seppur indirettamente la morte di una persona e la pena è così ridicola????
Non posso dire di essere soddisfatta e felice di questa condanna……….non mi serve a niente !!!!
Nicola non c’e’ piu’ !!!!
Bè IN EFFETTI NON MI SEMBRA “MOLTO SEVERA” COME CONDANNA! DI SICURO SI POTEVANO SFORZARE UN PO’ DI PIù!
ma non capisco, una persona vende droga, l’acquirente a causa della stessa muore e nemmeno un pò di anni di galera? ecco perchè ci sono montagne di droga in vendita
E’ proprio vero, la giustizia non è di questo mondo. Solo il nostro buon Dio può giudicare e pagare con la sua moneta ogni azione di ciascuno di noi. Sono certo che Nicola da dove si trova ora non si preoccuperà se lo spacciatore subirà una condanna più o meno pesante, ma si rimetterà al giudizio del Signore. Nicola ora è sereno, siamo noi che non troviamo pace e vorremmo fare chissà quale cosa pur di debellare questo mostro che sta distruggendo la vita dei nostri figli ed anche quella di noi genitori. Rimbocchiamoci le maniche, uniamoci, combattiamo insieme, non molliamo. Facciamo in maniera che la vita di Nicola, di Manolo e di tantissimi altri non sia stata persa invano: loro vogliono che combattiamo.
la pena non è ridicola perchè il ragazzo ha solamente fatto il cavallo chi dovrebbe avere una pena esemplare è la nigeriana che praticava l’attività di spaccio! la nigeriana è uccel di bosco questa è una cosa ridicola.
Salve,
sinceramente non condivido (da uomo comprendo la rabbia per la morte di un ragazzo) la ricerca di una pena più severa per lo spacciatore. La legge italiana, per chi non lo sapesse, prevede una miriadi attenuanti che tra un pò di tempo il ragazzo sarà fuori e libero di rifare quello che ha fatto.
Sarei più soddisfatto se:
1. l’anno di carcere permettesse effettivametne la rieducazione del ragazzo (art. 27 della Costituzione italiana…?!?)
2. se la storia di Nicola e le storie di altri salvassero coloro i quali si trovano in situazioni di dipendenza.
Senza nessuna polemica….
semo proprio sicuri ke nex sappia dove si trova la nigeriana?