Il futuro della donazione e delle possibilità di cura per molte e gravi malattie, è nelle cellule staminali, e donarle, anche nel territorio provinciale e marchigiano, è oggi possibile. È il dato più importante emerso stamattina nel corso del convegno “Cellule staminali, tra scienza, etica e solidarietà” che si è svolto all’Abbadia di Fiastra. L’incontro è stato organizzato da un network di associazioni, Avis, Aido, Admo e la sezione Marche dell’Associazione nazionale alpini, che fanno riferimento soprattutto al territorio interno della provincia di Macerata, a conclusione del progetto “Dai monti Azzurri al cuore dell’uomo”, finanziato dal Centro Servizi per il volontariato – Marche (Csv). “Il progetto, di cui l’Avis di Colmurano era associazione capofila – ha spiegato Paola Tanoni, la coordinatrice – aveva come scopo quello di promuovere nel territorio un sano stile di vita quale requisito primario dell’educazione alla donazione di sangue, midollo e organi”. L’obiettivo è stato perseguito attraverso la creazione di una vera rete tra le associazioni, una campagna informativa, la realizzazione di dibattiti e tavole rotonde su argomenti di prevenzione sanitaria e la promozione di una nuova forma di attività fisica adatta ad ogni tipo di soggetto ed ad ogni età, il Nordic Walking.
Dopo il saluto iniziale del presidente del Csv, Enrico Marcolini, sono intervenuti gli specialisti. Maria Teresa Carloni, primario del Servizio immuno trasfusionale dell’ospedale di Macerata ha sottolineato la bella notizia che nel 2010, nelle Marche, è stata “raggiunta l’autosufficienza, perché abbiamo superato le 100.000 unità di sangue intero donato: all’industria di lavorazione sono stati dati 31.500 litri di plasma, con un indice di donazione di 2,3, uno dei più alti d’Italia”. Le fonti di cellule staminali, ovvero quelle cellule immature non specializzate in grado di dare origine a cellule mature di uno o più tessuti diversi, sono embrionali, fetali, da sangue del cordone ombelicale e placentare e da adulto (midollo osseo e sangue periferico). Il primario ha fatto notare che il Servizio trasfusionale di Macerata si occupa del reclutamento dei donatori di cellule staminali emopoietiche da midollo e sangue periferico, dell’idoneità della coppia per la donazione da sangue del cordone ombelicale (Sco) e dell’invio di quest’ultimo alla Banca di Pescara, che è pubblica e gratuita. Nel 2010, tra Macerata e Civitanova Marche sono stati fatti 110 colloqui con conseguenti donazioni, in totale, di 52 unità di Sco. Carloni ha anche ricordato che in Italia la legge consente di conservare lo Sco, a pagamento, anche in banche private che sono all’estero, allo scopo di averlo a personale disposizione.
Riccardo Centurioni, ematologo e primario del reparto di Medicina dell’ospedale di Civitanova Marche, ha ricordato che oggi la maggiore richiesta di sangue e piastrine proviene proprio dall’ematologia, che le utilizza per curare malattie come leucemie, linfomi e anemie refrattarie. Il medico ha invitato a donare maggiormente il plasma, da cui derivano i concentrati di fattori della coagulazione, l’albumina e le immunoglobuline, di cui gli ospedali sono particolarmente carenti.
Ha fatto invece un quadro della situazione regionale dei trapianti Pietro Leoni, direttore della clinica di Ematologia dell’ospedale Torrette di Ancona: il primo trapianto da donatore autologo (il paziente stesso) di cellule staminali da midollo osseo, per la cura di leucemie acute, è stato fatto ad Ancona nel 1991, il primo trapianto da donatore allogenico (esterno, familiare o non) nel 1999; il primo di cellule staminali da cordone ombelicale nel 2003; dal 2001 al 2010 i trapianti autologi sono stati 372 e il 52% si è svolto in ambito ambulatoriale, ovvero dopo l’intervento il paziente è andato a casa.
Maurizio Calipari, docente di Bioetica generale all’Università di Macerata ha infine introdotto il problema etico relativo alla ricerca sulle cellule staminali, mostrando che esso non dipende da un pregiudizio, “ma dalle circostanze concrete della ricerca”, perché per estrarre le cellule staminali dagli embrioni occorre distruggere gli embrioni stessi. Il punto diventa dunque cosa è l’essere umano e come va considerato l’embrione stesso.
Dopo numeri e teorie sono state particolarmente toccanti le storie, raccontate dalle mamme, di due piccoli malati. Francesco Pio, bambino di 6 anni che vive a Camerino, nato prematuro e affetto da paralisi cerebrale infantile, dopo un trapianto di cellule staminali a Bangkok è passato da una vita “vegetale” a frequentare la prima elementare; Nicola, colpito, a neanche due anni, da leucemia linfoblastica, comincia ora a migliorare dopo il trapianto di cellule staminali da cordone ombelicale proveniente, tramite il sistema delle banche pubbliche, da una donatrice spagnola. L’incontro si è concluso con il saluto del direttore del Csv – Marche, Alessandro Fedeli che ancora una volta ha invitato alla donazione: “considerando il rapporto tra un piccolo gesto e i benefici enormi che ne derivano per tutti – ha detto – mi stupisco di come non tutti siano donatori”. All’appuntamento sono intervenuti anche Giampiero Feliciotti, presidente della Comunità montana dei Monti Azzurri, Francesco Comi, consigliere regionale e Angelo Sciapichetti, presidente regionale delle Avis.
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