di Andrea Busiello
E’ stato presentato in bello stile, stamane, il primo Festival nazionale del Lavoro a Treia. Un evento davvero molto importante e significativo per tutta la nostra provincia ed ovviamente per la cittadina treiese in primis. Nelle giornate del 24, 25 e 26 giugno infatti si terranno importanti eventi inerenti al lavoro che catapulteranno l’attezione di tanti addetti ai lavori, con i giovani in primis che potranno capire attraverso la testimonianza di professionisti del settore come migliorare su questo o quel tema inerente nella fattispecie proprio il lavoro.
Una manifestazione che intende stravolgere le regole legate all’usuale divenire degli incontri scientifici fondati sul principio delle diverse declinazioni del termine lavoro.
Per tre giorni, quindi, Treia diventerà il centro del giuslavorismo italiano che riverbererà su tutto il territorio nazionale un nuovo modo di intendere il lavoro in tutte le sue possibili accezioni.
Sarà un susseguirsi di incontri, anche in contemporanea e ripetuti, pertanto fruibili indifferentemente in vari momenti della giornata. Previsti anche una serie di percorsi monotematici, individuate da colori diversi che consentiranno ai partecipanti di ritagliarsi il “proprio” Festival.
Si partirà giovedì 24 quando ci sarà la cerimonia di inaugurazione ufficiale all’interno del Teatro Comunale, prevista per le ore 15.00; sempre nella giornata inaugurale della manifestazione saranno trattati temi come la testimonianza, domanda e offerta di lavoro, giovani e università, la crescita del professionista, incontri con l’autore, la regionalizzazione del lavoro e gli approfondimenti della fondazione studi. Tutti questi temi saranno introdotti con accuratezza dagli esperti in materia che rispondono al nome di Rosario De Luca (Presidente Fondazione Studi), Marina Calderone (Presidente Consiglio Nazionale Consulenti del Lavoro), Marco Assenti (Coordinatore Consulta Regionale Marche) e Riccardo Russo (Presidente C.P. Macerata). Come precedente riferito anche il venerdi ed il sabato il Festival proseguirà il proprio lavoro.
E proprio nella giornata di chiusura il tema che sarà affrontato sarà quello dei giovani e del mondo del lavoro, e proprio su tale discorso è voluto intervenire Enzo De Fusco: “La giornata di sabato sarà dedicata interamente ai giovani perchè loro rappresentano il futuro dell’occupazione in Italia. Noi cercheremo di spiegare come diventare consulenti del lavoro”. Sul tema che vedrà la città di Treia protagonista nella parte finale del mese di giugno interviene anche la dottoressa Marina Calderone: “Per il consiglio nazionale dell’ordine è un onore essere ospiti qui a Treia, il Festival del Lavoro è una sfida importante per noi che cerchiamo di offrire un’idea di percorso futuro del lavoro. Il nostro è un ruolo di centralità tra lo Stato, le imprese ed i lavoratori”. Appuntamento dunque al prossimo 24 giugno quando Treia avrà l’onore di ospitare il primo Festival del Lavoro.
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ben vengano iniziative di questo tipo e come ha dichiarato Enzo De Fusco,i giovani(come me)rappresentano il futuro quindi se hanno voglia di lavorare bene devono essere aiutati e non presi come “capriespriatori” per qualsiasi motivo.
Il lavoro va tutelato e rivalutato,le morti bianche,i licenziamenti illegittimi,la violazione dei diritti dei lavoratori sono segnali forti che stanno ad indicare che in Italia c’è qualcuosa che non va…..
Art 1 L’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro…
Il lavoro nobilita l’uomo
Il lavoro aiuta il paese a crescere
Il lavoro ci permette di vivere(in questa societa’)
putroppo o per fortuna passiamo molto tempo a lavoro
Chi non ha voglia di lavorare deve andare altrove
ecc ecc
Il titolo “Festival del lavoro” mi sembra esagerato: in realtà da quello che leggo bisognerebbe chiamarlo “Festival dei consulenti del lavoro”. Certo in più ci saranno il ministro e qualche rappresentante di Confindustria ma mi sembra che manchi una fetta importante di quello che possiamo chiamare il mondo del lavoro: forse i lavoratori e qualche loro rappresentante? Anche qualche economista, qualche filosofo, qualche rappresentante del terzo settore o di settori innovativi ed ecocompatibili potrebbero completare il quadro. Il lavoro non si può ridurre alla busta paga che è requisito indispensabile ma non sufficiente.
Ovvio che per parlare di lavoro prenderano la parola coloro che non hanno lavorato un giorno in vita loro, mi sembra logico :-O
ho dimenticato di dire che il lavoro oltre a nobilitare l’uomo,a volte “lo uccide facendolo rimanere in vita…..”,a buon intenditor poche parole.
buon lavoro a tutti!!
A me sembra soprattutto sbagliato il nome….
La stessa parola festival ha il sapore di una festa…
Come si fa a chiamare festa il lavoro???
Oggi ci manca che ci mettono la palla al piede, la maglietta a strisce e un bel numero sulle spalle…
condivido con Lilly,anch’io sono molto sensibile alle parole utilizzate.
Il festival ricorda una festa,forse Giornata sul lavoro o Parliamo di lavoro o Incontro sul tema lavoro.
Le parole hanno un significato ben preciso,a volte parole sbagliate generano cosi’ tanta confusione da far inc…..qualcuno alla grande!!!