Dieci arresti per pedopornografia
In manette anche un tolentinate

Nei filmati sequestrati anche rapporti completi con neonati

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di Roberto Scorcella

Figli di buona famiglia, persone distinte con l’hobby abominevole della pedopornografia e della parafilia, il guardare atti sessuali tra adulti e bambini: sono dieci le persone arrestate dalla Polizia Postale di Bari nell’ambito dell’operazione Clipart, che dopo le indagini iniziate nel 2005 oggi giunge al termine con 70 indagati, sei provvedimenti di custodia cautelare in carcere e quattro ai domiciliari più l’interdizione per un pugliese, disegnatore di fumetti porno, all’uso del computer. L’operazione è di carattere nazionale: i provvedimenti chiesti dal pm Roberto Rossi ed emessi dal Gip Jolanda Carrieri hanno raggiunto Pinerolo in provincia di Torino, Tolentino nelle Marche e poi Milano, Brescia, Finale Ligure e Napoli.

Il tolentinate, di cui non sono state ancora rese note le generalità ma che dovrebbe essere un giovane sulla venticinquina, è stato tratto in arresto dagli agenti della Polizia Postale. Al giovane sono stati concessi gli arresti domiciliari. Con l’accusa di aver scambiato in Internet file pedopornografici che ritraevano bambini, vittime di rapporti sessuali completi,  sono undici le persone sottoposte a misura cautelare tra Puglia, Lombardia, Marche e Campania. Sono una settantina le persone indagate nell’ambito dell’inchiesta sul commercio di file pedopornografici: tra loro militari, professionisti e dipendenti della pubblica amministrazione. Tra le persone arrestate figura anche una donna. I provvedimenti restrittivi sono stati notificati a quanti hanno scaricato dal web e conservato file dal contenuto pedopornografico, sequestrati nel corso delle perquisizioni compiute nei mesi scorsi. Le indagini sono state avviate dopo l’invio di un esposto anonimo che segnalava lo scambio su internet di un file pedopornografico.

L’operazione è partita dalla polizia postale di Bari, che ha perquisito anche le residenze degli indagati. I provvedimenti restrittivi (sei in carcere, quattro ai domiciliari e un’interdizione all’uso del computer) sono firmati dal gip del tribunale di Bari Jolanda Carrieri su richiesta del pm inquirente, Roberto Rossi. Il reato contestato agli undici è di perdopornografia informatica sotto la forma del commercio di file pedopornografici. Durante le indagini la procura di Bari ha sequestrato, nel corso di centinaia di perquisizioni, numerosi file pedopornografici. I file pedopornogafici venivano scambiati – secondo le indagini – nella comunità informatica di E-mule nella quale, a quanto viene reso noto – non c’è un server centrale che gestisce e controlla le operazioni, ma ogni utente registra una cartella e condivide i file con altri utenti.

Per i file pedopornografici gli utenti usavano barattare le foto con altre immagini fotografiche. In base agli accertamenti della procura di Bari, gli scambi erano assai proficui, come dimostrano le centinaia di foto (di provenienza dell’ex Unione Sovietica e orientale) sequestrate nel corso delle indagini. «I file sono di una crudezza estrema. Ci sono rapporti completi con bambini, anche neonati, dai quali emerge lo sfruttamento di bimbi che vengono da Paesi dell’Est e dall’Oriente». Lo ha detto all’Ansa il procuratore della Repubblica di Bari, Antonio Laudati. «Considero questo tipo di reati molto gravi perchè sono prima di tutto crimini contro l’umanità che contro la legge. Ci sono dei reati che prima di essere scritti nei Codici sono scritti nella coscienza degli uomini». I cyber-pedofili si davano appuntamento ogni giorno su eMule. Gli utenti intercettati sapevano che per poter ottenere i filmati hard proibiti dovevano ottenere dal programma l’assegnazione di crediti che avrebbe consentito loro di risalire a una sorta di lista di attesa. Il sistema di coda e crediti di eMule aiuta infatti ad assicurare che ogni utente otterrà il file desiderato favorendo e promuovendo in ordine di priorità nella coda chi fa upload. In pratica, maggiore sarà il quantitativo di dati inviati (upload), più alta sarà la priorità nella coda (lista di attesa) per il download di un file. Da qui la regola «più cedi, più scarichi». Ciascuna delle undici persone sottoposte oggi a misura cautelare – è scritto nel provvedimento cautelare – «ha scambiato via eMule file di contenuto indiscutibilmente pedopornografico». «Lo scambio – sostiene il gip che ha ordinato gli arresti, Jolanda Carrieri – implica strutturalmente un commercio (mediante baratto) e una divulgazione degli stessi a tutti i soggetti della comunità informatica collegata». L’intercettazione – secondo gli inquirenti – ha permesso di identificare il file provando senza possibilità di errore che esso è stato scambiato e divulgato a una comunità di persone. «Si pensi – conclude il gip – che dalle intercettazioni emerge che nel momento dello scambio i file condivisi erano nella disponibilità di circa 500 utenti nel mondo».



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