Autismo oltre la variante:
incontro pubblico del Pd
con don Vinicio Albanesi e Franco Pesaresi

CIVITANOVA - Giovedì alle 21,15 nel salone parrocchiale di via del Timone un convegno per riportare al centro famiglie, bisogni e approccio sociale

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Lidia Iezzi e Francesco Micucci (Pd)

Autismo, dalla variante al focus sulla condizione della persona e delle famiglie. Il Pd esce dall’aula consiliare per trattare l’argomento che è stato al centro di un vasto e acceso dibattito attorno all’edificazione del centro per l’autismo a Civitanova. Il tema questa volta verrà declinato non in chiave urbanistica (non soltanto almeno), coinvolgendo, in un convegno, figure appartenenti all’ambito socio sanitario come don Vinicio Albanesi e Franco Pesaresi.

L’appuntamento è per giovedì alle 21,15 in via del Timone, all’interno del salone parrocchiale. «Si è parlato molto in questi giorni di centro per l’autismo a Civitanova. Declinando però il tema molto nell’accezione di una variante urbanistica, l’ennesima a Civitanova, che porterebbe nuova cubatura non meglio identificata. Poco o nulla si è parlato dell’autismo in sé, dei problemi che affrontano le famiglie che vivono tale problematica e di come questo tema venga approcciato nelle realtà a noi vicine – spiegano gli organizzatori Lidia Iezzi, Francesco Micucci e Giulio Silenzi – Abbiamo chiesto più volte di poter vedere un progetto di fattibilità o gli accordi con la Regione Marche che autorizzassero l’ampliamento dell’accoglienza dei soggetti affetti da autismo a Civitanova. Non ci è stato fatto vedere nulla se non qualche disegnino. Come Partito Democratico proviamo allora ad approfondire il tema, smarcandoci da posizione precostituite, ma volendo parlarne con chi il tema dei più deboli lo vive da sempre nella propria vita. Abbiamo chiesto quindi a Don Vinicio Albanesi, fondatore della comunità di Capodarco, e a Franco Pesaresi, già direttore dell’ambito territoriale di Ancona ed oggi coordinatore nazionale “Patto per le non autosufficienze” di aiutarci in una riflessione di più ampio respiro per provare a capire come si affronta il tema dell’autismo in un ambito sociale più ampio e se la soluzione ottimale possa essere una “cittadella” del sociale o se dobbiamo andare alla ricerca di una soluzione più a misura di persona».

 

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