Sette mesi di stop alla pesca
davanti a Civitanova:
il caso arriva in Parlamento

MARE - Il Pd marchigiano presenta interrogazioni a Camera, Regione e Comune contro le restrizioni della Fao: «Rischio per imprese e marineria locale»

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di Laura Boccanera

La chiusura per sette mesi, a partire dal 2026, della zona di pesca antistante Civitanova finisce sul tavolo del Parlamento, della Regione e del Consiglio comunale.

Il Pd marchigiano ha presentato una serie di interrogazioni a tutti i livelli istituzionali per chiedere chiarimenti e interventi urgenti contro le nuove restrizioni imposte dalla General Fisheries Commission for the Mediterranean,  agenzia della Fao, che rischiano di mettere in ginocchio l’economia della pesca locale.

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Irene Manzi, deputata del Pd

Nella seduta alla Camera della scorsa settimana la deputata Irene Manzi, insieme ai colleghi Forattini, Marino, Romeo, Andrea Rossi e Vaccari, ha depositato un’interrogazione ai Ministri dell’Agricoltura, dell’Ambiente e a quello per gli Affari Europei, Pnrr e Politiche di Coesione.

Nel testo viene ricordato come l’agenzia della Fao abbia deciso che l’intera flotta del Tirreno resterà ferma per tutto novembre, e, soprattutto, che una vasta area di mare davanti a Civitanova sarà chiusa ai pescherecci per sette mesi all’anno, dal 2026. Una misura mai adottata prima, e che si aggiunge alla riduzione del 12,9% delle giornate lavorative in Adriatico, dove le imbarcazioni italiane non potranno superare le 72 ore settimanali di attività.

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Leonardo Catena

Secondo i firmatari, queste decisioni «rischiano di compromettere la sopravvivenza di numerose imprese di pesca e di danneggiare irreparabilmente le economie locali», senza garantire reali benefici ambientali. Il Parlamento chiede dunque al Governo quali iniziative intenda prendere per tutelare il settore e se intenda attivarsi in Europa per ottenere misure compensative per le imprese penalizzate.

In parallelo, il consigliere regionale Leonardo Catena ha presentato un’interrogazione alla giunta regionale per chiedere alla Regione di intervenire presso Governo e Gfcm. «Si tratta di un provvedimento che colpisce duramente un settore strategico per l’economia costiera marchigiana – ha dichiarato Catena –. È necessario chiedere una revisione delle misure e sostenere le imprese con adeguate compensazioni economiche». Il documento chiede inoltre che la Regione promuova un nuovo modello di politiche per la pesca, capace di conciliare tutela ambientale e sostenibilità economico-sociale delle comunità costiere.

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Il consigliere comunale Francesco Micucci

A portare la discussione in consiglio comunale è il consigliere democrat Francesco Micucci che parimenti ai colleghi ha depositato un’interrogazione che sarà discussa domani in aula. «Serve una strategia equilibrata che difenda il mare e, al tempo stesso, garantisca il futuro della pesca marchigiana» sostiene Micucci, che auspica una posizione comune di tutte le istituzioni a difesa della marineria civitanovese. Nel testo si sottolinea anche il paradosso attuale: «mentre la Fao impone limitazioni sempre più pesanti che in alcuni casi arrivano di fatto a impedire la pesca, il Governo eroga contributi per la dismissione delle imbarcazioni in numero insufficiente rispetto alle domande presentate, lasciando senza risposta la maggior parte delle imprese che chiedono sostegno».



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