
Enrico Mattei
di Alessandro Luzi
Cimeli di Enrico Mattei spariti dal museo di Acqualagna, ritrovati in quello di Matelica: la nipote Rosangela Mattei indagata dalla procura di Macerata. La 76enne, che nega le accuse, è stata iscritta nel registro degli indagati per ricettazione di opere d’arte.
L’inchiesta è nata dopo che il sindaco di Acqualagna Pier Luigi Grassi ha fatto denuncia per la scomparsa di 15 cimeli dal museo di Acqualagna, che era appartenuti allo storico presidente dell’Eni che morì in un incidente aereo nelle campagne di Bascapè, nel Pavese. Gli oggetti sarebbero poi stati ritrovati nel museo “Enrico Mattei” di Matelica, fondato proprio da sua nipote.
Tra gli oggetti di cui Grassi ha denunciato la scomparsa ci sarebbero un fossile che venne regalato a Mattei dai trivellatori dell’Eni, tamponi per l’inchiostro, una foto di Mattei con il cardinal Montini (diventato papa Paolo VI) e una scatola di portasigari.
Da lì è scattata l’indagine della procura di Macerata, coordinata dal pm Enrico Barbieri. La procura ha chiesto al gip l’archiviazione dell’inchiesta per la mancata prova dell’elemento soggettivo. Il primo cittadino di Acqualagna, tramite l’avvocato Andrea Casula che assiste il Comune, ha fatto opposizione. Il gip ha poi disposto l’archiviazione delle indagini.
A seguito del reclamo presentato dal Comune alla decisione del gip, la procura ha disposto nuove indagini di cui si stanno occupando il comando carabinieri per la Tutela del patrimonio culturale. Parte degli accertamenti sono conclusi, altri ancora devono essere fatti. La procura sta attendendo l’esito delle indagini. Intanto Rosangela Mattei, difesa dall’avvocato Giorgio Panebianco, nega le accuse.
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