Sul palco risate in dialetto

CASTELRAIMONDO - Al via ieri sera la nona edizione della Rassegna dialettale, in scena la compagnia teatrale di Pieve Torina con "Una vita tribolata", spettacolo a cui hanno assistito oltre 150 persone

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Rassegna dialettale, al via ieri sera al Lanciano Forum di Castelraimondo, la prima serata della nona edizione. Oltre 150 i partecipanti presenti allo spettacolo della compagnia teatrale di Pieve Torina, che ha portato in scena la commedia “Una vita tribolata”. Lo spettacolo, caratterizzato da situazioni esilaranti e da un ritmo coinvolgente, ha conquistato il pubblico grazie a ironia su spaccati di vita e difficoltà legate alla gestione economica.

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Da sinistra il sindaco Patrizio Leonelli, Fabio Macedoni e il consigliere regionale Renzo Marinelli

L’apertura della rassegna, gestita anche quest’anno da Fabio Macedoni insieme alla Compagnia Fabiano Valenti, ha registrato un’affluenza molto calorosa e partecipata. A fare i saluti istituzionali il sindaco di Castelraimondo Patrizio Leonelli: «Grazie a tutte le persone presenti questa sera. In un periodo in cui c’è davvero bisogno di sorrisi e di un po’ di leggerezza, serate come questa sono un dono prezioso. Non c’è nulla di meglio del ritrovarsi insieme, condividere uno spettacolo, ridere e stare bene in compagnia. È questo il valore più grande del nostro teatro: unire le persone. Vorrei ringraziare chi realizza questa rassegna, è fondamentale continuare a sostenere iniziative che valorizzano il territorio e rafforzano la vita culturale e sociale della comunità».

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Fabio Macedoni ha sottolineato come, nel corso degli anni, si sia consolidato un rapporto di fiducia solido, costante e reciproco tra l’organizzazione, l’amministrazione comunale, le realtà culturali del territorio e il pubblico: «Una collaborazione che ha permesso alla rassegna di crescere, rinnovarsi e diventare un appuntamento culturale irrinunciabile». Il consigliere regionale Renzo Marinelli ha ricordato quanto il teatro dialettale sia importante non solo come forma artistica, ma come custode della memoria collettiva, delle radici, della storia locale e del modo autentico di raccontarsi delle nostre comunità: «Il dialetto, attraverso il teatro, diventa occasione di cultura, perché conserva e tramanda tradizioni e identità, di divertimento, grazie alla spontaneità e all’immediatezza delle commedie popolari e di aggregazione, perché avvicina persone di tutte le età e crea senso di comunità. La rassegna, confermata per il decimo anno consecutivo (un anno di stop per pandemia), continua dunque a essere un luogo dove si mescolano emozione, sorriso e appartenenza. Ci tengo a ringraziare tutti loro che contribuiscono alla realizzazione di questa rassegna».

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