
Preoccupazione crescente tra i pescatori civitanovesi dopo la decisione della General fisheries commission for the Mediterranean (Gfcm), agenzia della Fao che prevede dal 2026 la chiusura per sette mesi di una vasta area di mare antistante Civitanova, zona considerata ad alta concentrazione di scampi e abitualmente frequentata dalla flotta locale per la pesca a strascico.

Giuseppe Micucci vicepresidente di Confcooperative Marche
Un colpo durissimo per un comparto già in difficoltà: a Civitanova operano circa 40 pescherecci, e la nuova misura si aggiunge alla riduzione del 12,9% delle giornate di pesca, che oggi non possono superare le 72 ore settimanali o 3 giorni. «Una misura assurda – commenta Giuseppe Micucci, vicepresidente di Confcooperative Marche e coordinatore del settore pesca di Fedagripesca Marche – che rischia di mettere in ginocchio le nostre imprese. Negli ultimi anni abbiamo già subito un taglio del 40% delle giornate di pesca».
Secondo Fedagripesca, le politiche europee e le nuove raccomandazioni della Fao stanno rendendo la pesca sempre più antieconomica. Le richieste di demolizione definitiva delle imbarcazioni non trovano riscontro nei bandi ministeriali che ne autorizzano solo una parte. «È paradossale – spiega Micucci – non si consentono abbastanza giorni e spazi per lavorare, ma nemmeno si permette di dismettere le barche per chi non ce la fa più».
Il mare Adriatico, sottolinea ancora Fedagripesca, è oggi in condizioni ambientali buone grazie a uno sforzo di pesca minimo, ma la sostenibilità economica e sociale non è più garantita. «Per salvare forse uno scampo in più – conclude Micucci – rischiamo di togliere il lavoro a decine di migliaia di pescatori. Facciamo appello al governo nazionale e alla Regione affinché si oppongano a questi ulteriori e ingiustificati tagli».
(l. b.)
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati