
L’inaugurazione della mostra
Il tema della migrazione al centro della mostra “Economies of Movement”, in cui sono esposte le opere di Isidora Brankovic. L’esposizione è stata inaugurata ieri dalla scuola di studi superiori “Giacomo Leopardi” dell’Università di Macerata. La mostra è allestita a Palazzo Lazzarini (corso Matteotti 43, Macerata) e resterà aperta fino al 29 novembre, dal lunedì al venerdì, dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 20. Il sabato mattina sarà aperta dalle 10 alle 13. All’inaugurazione, insieme all’artista e alla direttrice della Leopardi Carla Danani ha partecipato l’assessore comunale all’Università Katiuscia Cassetta.
L’iniziativa si inserisce nell’ambito della rete delle Scuole superiori universitarie “Educating Future Citizens”, che coinvolge atenei italiani di eccellenza nella costruzione di percorsi interdisciplinari dedicati alla cittadinanza consapevole, alla ricerca e alla creatività. Attraverso il programma di residenze d’artista e di scrittura, la scuola “Leopardi” offre a giovani autori e collettivi un ambiente di ricerca e produzione. Dopo l’esperienza inaugurale di Frank Bölter, la Scuola accoglie ora Isidora Brankovic, che ha sviluppato a Macerata un progetto dedicato al rapporto tra corpo, lavoro e migrazione.
L’esperienza a Macerata
«La partecipazione al concorso e la residenza a Macerata – racconta Brankovic – sono state un’opportunità per osservare la migrazione non solo come tema, ma come esperienza che si manifesta in tempo reale, attraverso il lavoro, lo spazio e il corpo».
Durante la residenza, l’artista serba ha lavorato presso l’atelier di via Garibaldi 20, in collaborazione con studenti e studentesse della scuola “Giacomo Leopardi”, con cui ha indagato il concetto di progetto artistico come processo collettivo e condiviso. «Ho percepito la città – aggiunge – come uno spazio in cui i confini tra arte e vita quotidiana si dissolvono: il forno, il magazzino, il teatro e persino l’autobus diventano scene di un’indagine sul lavoro, sul movimento e sull’appartenenza».
La residenza si è arricchita anche di due laboratori al Liceo Artistico “Cantalamessa” di Macerata, condotti insieme ai professori Paolo Brasca e Marco Cristofori, che hanno accompagnato gli studenti nello sviluppo del pensiero creativo e nella comprensione del processo di creazione di un’opera contemporanea.
Il progetto “Economies of Movement”
Le opere in mostra – tra video, azioni performative e installazioni – nascono da un’indagine sui gesti e sulle discipline del corpo in rapporto al lavoro. «Tutto comincia dalla pulizia – spiega l’artista – l’atto più elementare del lavoro, che diventa metafora di disciplina, invisibilità e inizio di ogni trasformazione».
Attraverso la sua ricerca, Brankovic interpreta la migrazione come una “coreografia quotidiana del corpo”: non semplice attraversamento di confini, ma adattamento costante ai ritmi e agli spazi del lavoro contemporaneo. «Considero il mio lavoro come una riflessione sui rapporti tra corpo e capitale, tra lavoro e identità – afferma –. Desidero parlare delle forze invisibili che strutturano la nostra quotidianità e che ci determinano profondamente». L’esperienza maceratese, conclude, «è stata un’occasione per esplorare, dubitare, mettere alla prova i limiti tra lavoro, identità e spazio – e per trovare, attraverso questo processo, un nuovo linguaggio con cui parlare di migrazione».
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