di Alessandro Luzi
Le immagini della rapina ai portavalori a Porto Recanati vista da uno dei furgoni. E’ stato diffuso un nuovo video dove si vede l’assalto di lunedì scorso in A14, a pochi chilometri dal casello di Porto Recanati.

L’assalto al portavalori viste dall’interno di uno dei furgoni Mondialpol
I banditi, con una Maserati Ghibili e altre due auto, avevano affiancato i portavalori e poi avevano sparato con dei Kalashnikov. L’obiettivo erano i 3 milioni custoditi all’interno di un furgone. Le guardie giurate avevano reagito al fuoco e la rapina non è andata a segno. Alla sparatoria era rimasto ferito uno della banda, Savino Costantino, 56 anni di Cerignola, poi arrestato insieme a Savino Pugliese, 43 anni e Giuseppe Rubbio, 51.
Savino Pugliese e Giuseppe Rubbio erano stati fermati dai carabinieri a Potenza Picena, intorno alle 17,20, prima che avvenisse il colpo. Secondo gli inquirenti i due si trovavano in un’area di campagna nei pressi dell’autostrada, pronti ad aiutare il resto della banda alla fuga.

Dentro un furgone i carabinieri hanno trovato due moto, con le chiavi inserite nel cruscotto e i caschi sul sellino. I carabinieri hanno rinvenuto anche dei proiettili, chiodi a 4 punte come quelli seminati dai banditi lungo l’A14, walkie talkie e disturbatori di frequenze.
Alle 17,45 l’assalto. Con tre auto, tra cui una Maserati Ghibli, i banditi hanno affiancato due portavalori della Mondialpol poco dopo l’uscita di Porto Recanati, in direzione sud. Hanno cercato di aprire i blindati con esplosivo e divaricatori ma senza riuscirci.
«La prontezza di reazione e il sangue freddo dei nostri equipaggi – ha detto Marco Mura, vicepresidente di Vedetta 2 Mondialpol – hanno fatto sì che il fatto non si concludesse in un triste epilogo. La nostra azienda investe costantemente sulla formazione di tutto il personale organizzando anche corsi periodici specifici sul trasporto valori e sul tiro operativo nel poligono di Arzachena. Mi ha fatto enorme piacere sapere che gli equipaggi avessero partecipato a questi corsi di addestramento. Non è assolutamente nostra intenzione formare cecchini o sceriffi dalla pistola facile, come purtroppo ho sentito dire».
Secondo Mura «l’intento è quello di dare consapevolezza e infondere sicurezza al nostro personale. Le potenzialità difensive dei nostri mezzi e le capacità specifiche acquisite nei corsi, rendono possibile evitare che queste azioni di vera e propria guerriglia possano essere portate a termine. Vorrei approfittare di questa occasione per esprimere un elogio agli equipaggi coinvolti, anche a nome dei miei colleghi del consiglio di amministrazione e degli oltre 3mila colleghi in servizio».
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