
La Form al Feronia
di Marco Ribechi
Il Feronia riapre le sue porte alla Form con uno splendido concerto e una prima assoluta. Grande pomeriggio di musica quello andato in scena ieri nel teatro di San Severino, dove la musica sinfonica continua a regalare delle vere e proprie perle. L’Orchestra Filarmonica Marchigiana ha trasportato il folto pubblico in un viaggio attraverso due dei compositori simbolo del Romanticismo tedesco, Beethoven e Mendelssohn. Nel mezzo anche spazio alla giovanissima Bianca Giacomini con il suo componimento, al primo debutto assoluto, “Mal d’amore” commissionato proprio dalla Form.

Il direttore artistico Francesco Rapaccioni con la sindaca Rosa Piermattei e il presidente Fabrizio del Gobbo
Gli appassionati della musica sinfonica continuano a crescere a San Severino dove si possono contare oltre cento abbonati che ben rappresentano un lavoro minuzioso di coinvolgimento, effettuato negli ultimi anni dal Comune e dal direttore artistico Francesco Rapaccioni. Il calendario degli appuntamenti infatti è sempre di gran prestigio, attraverso un’accurata selezione di momenti musicali irripetibili. L’opera di sensibilizzazione all’ascolto sta dando quindi i frutti sperati. Il concerto, che ha visto una Form folta e in gran spolvero e la sapiente bacchetta di Manlio Benzi alla direzione, ha mosso il suo esordio dall’Overture Leonora, composta nel 1806 per la seconda versione del Fidelio, unica opera lirica scritta da Beethoven. Un inno dell’aspirazione umana verso la libertà, raggiunta però non con poche sofferenze. I ritmi muovono da un lento e, come in un lungo percorso di conquista, sfociano in un elaborato allegro, luminoso e trionfale su ogni forma di oppressione. D’altronde lo stesso direttore artistico Rapaccioni, accompagnato sul palco dalla sindaca Rosa Piermattei e dal presidente della Form Fabrizio Del Gobbo, aveva spiegato all’inizio: «La musica sinfonica è quello di cui abbiamo bisogno anche per affrontare l’attualità, così complessa e dolorosa».

Nicola Pantani acclamato dal pubblico
Dopo l’Overture è il momento del meraviglioso “Concerto per pianoforte e orchestra n.3 in Do min”, un tributo a Mozart che vede l’ingresso in scena del giovane e abilissimo pianista Nicola Pantani. Il Concerto è un turbine di sentimenti dato dal forte contrasto “fra oscure atmosfere cariche di energia e immagini luminose ispirate a sensazioni di grazia e serenità (Veroli)”. Un componimento vasto dal grande spessore sinfonico che mette costantemente il piano solista a confronto con l’orchestra. Composta intorno al 1802 fu per Beethoven l’inizio di una nuova via poetica.

Il direttore Manlio Benzi
Dopo una brevissima pausa si rientra per assistere al debutto di “Mal d’amore” legata al successiva Sinfonia di Mendelssohn detta “Italiana” da un ritmo nostrano. E’ infatti il saltarello a fare da fil rouge di collegamento. Il brano di Giacomini è una brillante rivisitazione musicale contemporanea della danza popolare più rappresentativa della nostra regione di cui evidenzia la duplice natura amorosa e guerresca. «Il saltarello – scrive infatti la compositrice in una sua nota – è una danza tradizionale di corteggiamento del Centro Italia, spesso ballato in coppia. Le sue origini sono però molto antiche e alcuni ritrovamenti archeologici nelle Marche testimoniano che i Piceni avessero un rituale di saltatio armata, simile a un rituale sacro».

La conclusione del concerto è gioiosa e spettacolare con l’esecuzione della “Sinfonia n.4 in la maggiore” di Mendelssohn, composta nel 1833 dopo un lungo viaggio in Italia. Nell’opera il compositore descrive i paesaggi, le atmosfere e i costumi dell’Italia vista attraverso gli occhi di un turista sensibile che rimane suggestionato da una cultura profondamente diversa da quella del proprio paese. Nell’ultimo movimento, quello dedicato appunto al Saltarello, Mendelssohn non tratta esclusivamente la danza popolare come uno dei tanti elementi del folclore italiano ma ne svela il profondo significato culturale: vivere l’esistenza con ebbrezza ed entusiasmo. Lunghissimi gli applausi in sala tributati a tutti gli esecutori, generosi e coinvolgenti con un pubblico a ragione soddisfatto desideroso di mostrare il proprio calore e apprezzamento.


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