Il banco della minoranza del consiglio comunale di Civitanova
«Il presidente dell’Atac farebbe bene a preoccuparsi più dei nodi ancora irrisolti piuttosto delle astensioni in consiglio comunale. L’astensione dei consiglieri del centro sinistra non rappresenta una sfiducia nel progetto del gestore unico ma, al contrario, una richiesta di maggiore attenzione ai rischi, per evitare che eventuali criticità possano portare a una bocciatura da parte della Corte dei Conti e di conseguenza al rischio di privatizzazione dell’acqua».
Replicano così i consiglieri comunali di centrosinistra che in consiglio si sono astenuti rispetto all’ok per l’avvio dell’iter sul gestore unico. Il presidente di Atac Massimo Belvederesi aveva commentato l’atteggiamento della minoranza che si era astenuta sul voto come incomprensibile. Ma i quattro consiglieri che si sono astenuti commentano così la loro scelta motivandola con la mancanza di chiarimenti arrivati dall’assessore Morresi rispetto allo statuto.
Elisabetta Giorgini (Dipende da noi)
«E’ stata proprio la nostra ferma volontà di veder costituito un vero gestore unico per l’acqua dell’intero ambito, idoneo per legge all’affidamento in-house del servizio idrico, a portarci a criticare l’atto portato in Consiglio ed in particolare la bozza di statuto allegata che invece mantiene nei fatti una gestione frammentata e quindi incompatibile con il contesto normativo e giurisprudenziale. Infatti quella che sta nascendo non appare affatto una società consortile finalizzata a fondere, anche progressivamente, le 7 società operative multiservizi ma un mero involucro delle stesse società che avrebbe in realtà il solo scopo di assumere formalmente la concessione del servizio per l’intero ambito territoriale, per poi lasciarne la gestione ad ognuna delle attuali società operative per il proprio segmento territoriale di competenza. La domanda che si poneva in consiglio comunale all’assessore Morresi, il quale non ha saputo dare risposta, era quella di capire se il gestore unico avrebbe gestito le bollette e la sottoscrizione dei contratti con l’utenza o sarebbero state le società operatrici a farlo. La seconda opzione sarebbe rischiosa, per il riconoscimento del gestore unico, da parte della Corte dei Conti».
La minoranza spiega poi altri dubbi e perplessità rispetto allo statuto e alla delibera: «Nel testo della delibera appare una grave lacuna riguardo l’uscita di scena del privato, – aggiungono – attualmente socio della società operativa Astea, dalla gestione del servizio. Altra condizione questa posta dal legislatore per la praticabilità dell’affidamento in-house. E poi la nuova società, anziché prevedere un unico consiglio di amministrazione di dimensioni contenute rappresentativo dell’insieme dei Comuni e delle società operative, si delinea con un sistema di amministrazione “dualistico”; un modello, previsto dal codice Civile ma non contemplato in alcuna società in-house del servizio idrico, che prevede due organi societari distinti estremamente pesante ed oneroso con ben 17 componenti retribuiti. Emerge evidentemente il rischio di creare un nuovo soggetto con un sistema di rappresentanza degli enti locali, quindi di controllo dei cittadini, estremamente macchinoso e sbilanciato a favore dei soggetti economicamente più forti, che oltre a non dare effettività alla gestione unica del sistema idrico avrà ingenti costi di funzionamento a carico degli utenti. Alla luce della normativa e della giurisprudenza di settore, riteniamo che l’intero processo potrebbe non superare il vaglio degli organi preposti ad assicurare il rispetto della legge nonché la compatibilità delle scelte con i principi di sostenibilità finanziaria, efficienza, efficacia e di economicità dell’azione amministrativa. I consiglieri del centro sinistra avevano indicato, come suggerito dal coordinamento marchigiano per i movimenti per l’acqua, l’unica strada percorribile è quella attuata in provincia di Cuneo dove, a partire da una situazione gestionale analogamente frammentata, si è dato vita ad una società consortile predisposta per un funzionamento ed una gestione effettivamente unitaria del servizio idrico integrato di tutto l’ambito».
Ok al gestore unico dell’acqua, «perché l’astensione del centrosinistra?»
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