Il vescovo Nazzareno Marconi
di Luca Patrassi
Apertura dell’anno pastorale 2025-2026 e il punto sul restauro delle chiese danneggiate dal sisma: a dare indicazioni sugli argomenti citati è stato il vescovo di Macerata Nazzareno Marconi, questa mattina nella sede della Diocesi in piazza Strambi.
L’appuntamento per l’avvio formale dell’anno pastorale è fissato per il 5 ottobre alle 16 nella Domus San Giuliano di Macerata. Tanti i temi toccati dal vescovo Marconi a partire dall’anno giubilare, contraddistinto da «veri e propri segno di speranza» e da un «testimone di speranza fino alla fine» come papa Francesco: «A questi segni – ha argomentato il presule – si aggiungono il Conclave e l’elezione del nuovo pontefice, la grande partecipazione al Giubileo dei giovani e dei ragazzi, il Sinodo e il protagonismo dei laici, con l’assemblea ecclesiale conclusiva che si svolgerà a ottobre a Roma e che porterà all’approvazione del documento del Cammino sinodale italiano, così come l’azione sempre più concorde delle chiese marchigiane, riscontrabile anche nelle mostre realizzate nei musei diocesani sulla Natività di Maria, quella su Matisse in corso a Palazzo Ricci grazie ai Musei Vaticani e nella Peregrinatio Mariae (prossima all’inizio il 3 ottobre)».
Nella riflessione del vescovo Marconi si tratta di esempi di come «la speranza in Dio e nell’umanità buona che non si arrende alle grandi difficoltà attuali sia davvero preziosa di fronte al perdurare delle guerre e delle crisi internazionali, amplificate dalla «crisi della politica “ragionata e ragionevole”» e che comporta una «crescita della violenza nelle relazioni personali». Il nuovo anno pastorale porterà sul territorio la ridefinizione delle Unità Pastorali da 20 a 18, così da renderle ancora più omogenee, continuando a puntare su «una integrazione e interazione più forte». I nomi guardano alla realtà civile, «che oggi viene prima dei nomi dei singoli santi patroni di una chiesetta», ha osservato Marconi: Macerata centro, Macerata ovest, Macerata est, Macerata sud, Abbadia di Fiastra, Pollenza, Tolentino est, Tolentino centro, Recanati centro, Recanati est, Porto Recanati, Montecassiano, Montefano, Montelupone, Cingoli Est, Cingoli Centro, Treia, Appignano. Obiettivo della Diocesi sarà poi quello di dare più importanza ai Consigli che rappresentano i fedeli dei vari territori: si rafforza così la costituzione dei Consigli pastorali di unità pastorale.
C’è anche stato un richiamo generico alle prossime elezioni regionali con un invito alla partecipazione al voto. L’astensionismo, pur rispettabile, favorirebbe, secondo le parole del vescovo Marconi, il consolidamento di piccoli gruppi di potere: «L’articolo 48 della Costituzione è un pilastro della nostra vita civile – ha detto –, l’invito è perciò a scegliere tra le coalizioni, tra i partiti e infine tra i candidati chi può rappresentarci, altrimenti credo che “l’urlo” di chi non si recherà alle urne continuerà a favorire gli interessi di pochi e a non consentire di risolvere i problemi che attanagliano la vita quotidiana delle persone».
Sul fronte della ricostruzione dopo il sisma del 2016, il vescovo ha ricordato come alla data odierna la Diocesi di Macerata abbia redatto e trasmesso all’Usr 46 progetti esecutivi per la ricostruzione delle chiese: «Nello scorso mese di agosto, è stato consegnato il progetto del duomo di San Giuliano a Macerata, del quale è attualmente in corso l’istruttoria – ha ricordato il Vescovo –, abbiamo attivato 13 cantieri, per due dei quali sono terminati i lavori. Tra questi, la chiesa di San Francesco e il duomo di San Catervo a Tolentino, la chiesa del Sacro Cuore e il Santuario dell’Immacolata a Macerata». Il prossimo primo ottobre, alle ore 11, verranno avviati i lavori del complesso di Santa Maria delle Grazie a Tolentino, costituito dalla chiesa e dalla stazione di posta lungo l’antica Via Lauretana. «L’edificio – ha concluso il vescovo –, coerentemente con la sua storia, tornerà ad essere un luogo di accoglienza per i pellegrini mentre nel mese di ottobre, inoltre, verrà riaperta al culto la chiesa dell’Immacolata a Pollenza».
Infine un paio di accenni adl altre chiese. Per il santuario delle Vergini il vescovo ha detto che la questione non tocca la Diocesi visto che si tratta di un bene demaniale e la questione dovrebbe essere seguita dalla Soprintendenza di Roma: dopo cinque anni di stallo, la Diocesi ha anche chiesto di potersi attivare direttamente – come fatto per il duomo San Giuliano – per la redazione del progetto esecutivo senza però aver ricevuto un cenno di risposta. Infine una disputa sulla chiesa di San Liberato a Macerata: la pratica è sospesa perchè il Comune ne rivendica la proprietà e pare di capire – il vescovo si è limitato a dare l’informazione secca -che la Diocesi sia di altro avviso. Peraltro la questione sembra richiamare un caso analogo sorto tra Comune e Diocesi per i locali di vicolo della Biblioteca.
(foto di Fabio Falcioni)
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se la proprietà è della curia, chi dovrebbe provvedere alla spesa? faccio sommessamente sapere al vescovo che non ci sono 46 luoghi di residenzialità per anziani, i luoghi di culto secondo la sua visione mistica assumono precedenza prioritaria, poco importa poi se non ci sono soldi per aumentare le case di riposo o effettuare la manutenzione di quelle presenti e insufficienti, a macerata una sola !, qui c’è da fare una scelta fondamentale per non abbandonare anziani indigenti e non autosufficienti, perchè dove si vanno a prendere tutti i soldi per l’edilizia civile e assistenziale e sociosanitaria a fronte di quella religiosa ?