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Comunità energetica rinnovabile,
la rete green di Monte San Giusto.
Fdi: «Solo frasi a effetto»

PRESENTATO il progetto che prevede la costituzione di gruppo di membri che stanno insieme per condividere energia e redistribuire le risorse derivanti dalle tariffe incentivanti. Critica Fratelli d'Italia: «Si vuol far credere che automaticamente ne trarremo benefici tutti quanti, ma non è così. Un po' come il caso dei green point»

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La presentazione dell’iniziativa

Monte San Giusto guarda alla transizione energetica. E stata presentata nei giorni scorsi la costituzione della prima Comunità energetica rinnovabile, un’iniziativa che coinvolge cittadini, imprese, enti pubblici e privati nella produzione, condivisione e consumo locale di energia da fonti rinnovabili.

«La Cer, come dice la parola stessa, crea una comunità che dimostra attenzione e sensibilità ambientale, un gruppo di membri che stanno insieme per condividere energia e redistribuire le risorse derivanti dalla tariffa incentivante riconosciuta dal Gse per l’energia rinnovabile prodotta e condivisa all’interno della comunità – afferma il sindaco Andrea Gentilia Monte San Giusto hanno aderito soggetti pubblici, privati e aziende che potranno beneficiare di una serie di vantaggi. Anche per i Comuni con popolazione superiore a 5mila abitanti viene riconosciuto un contributo a fondo perduto del 40% sugli impianti fotovoltaici, poi c’è la tariffa incentivante che si applica all’energia condivisa e si compone di una parte fissa (che varia in base alla taglia dell’impianto) e una parte variabile (legata al prezzo zonale orario dell’energia, Pz) e che, quindi, va a ridurre il carico delle bollette sui cittadini, per non parlare dell’importante riduzione di Co2 nell’aria e dell’avvicinamento agli obiettivi dell’Agenda 2030. Per quanto riguarda le imprese, inoltre, oltre alla riduzione dei costi dell’energia, la partecipazione alla Cer rappresenta un’iniziativa ad alto valore sociale in grado di generare equità energetica e favorire la coesione territoriale; miglioramento della reputazione aziendale, con possibilità di valorizzare l’adesione in termine di Csr (responsabilità sociale d’impresa)».

Nelle prossime ore l’amministrazione e i tecnici incontreranno i partecipanti alla Cer e poi partirà una nuova campagna di adesioni per allargare la comunità anche ai cittadini e alle imprese dei Comuni limitrofi.

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Andrea Salvatori, coordinatore comunale di Fratelli d’Italia

Sull’iniziativa è critico il giudizio di Fratelli d’Italia. «Le parole usate sono ormai ben note: “Ridurremo i costi, promuoveremo la sostenibilità, incentiveremo la partecipazione alla transizione ecologica”. Frasi ad effetto, certo, ma che nella sostanza dicono poco. E soprattutto, non rispondono alle domande che i cittadini si pongono – sottolinea il gruppo comunale dei meloniani – si vuole forse far credere che con la sola creazione della Cer i costi dell’energia caleranno automaticamente e che tutti trarremo un beneficio? Se così fosse, ci aspetteremmo almeno qualche dato concreto, qualche previsione reale, un’informazione chiara su chi ne farà parte e su come verranno distribuiti i vantaggi. E invece nulla. È lo stesso approccio vago e fumoso che abbiamo già visto quando si è parlato di gestione dei rifiuti. Anche allora si era promesso un cambio di rotta, con grandi risultati per i cittadini. Oggi, ci viene annunciato che dal prossimo anno partirà il sistema green point per introdurre la tariffa puntuale. Ma ancora una volta, non viene spiegato con quali criteri, su quali dati, né in che modo verrà costruita una tariffazione equa. Tornando alla Comunità energetica, ciò che colpisce è l’assenza totale di trasparenza. Non si conosce quanti soggetti abbiano effettivamente aderito. Non si sa nulla dei criteri adottati. Non è stato diffuso alcun documento ufficiale che descriva in modo chiaro i benefici attesi per la collettività. Non una relazione tecnica, non un’assemblea pubblica, non un confronto vero con la cittadinanza. Chiediamo dunque che l’amministrazione faccia finalmente chiarezza rendendo pubblici i numeri dell’iniziativa, spiegando i criteri di adesione e soprattutto illustri in modo serio e documentato quali saranno i benefici economici e sociali per l’intera comunità. Solo così si potrà parlare di partecipazione vera e non di propaganda».



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