Spazio pubblicitario elettorale

«Colombacci, è un’autentica mattanza:
gravissimo errore aver accontentato
i cacciatori più estremisti»

SPARI - Il delegato per le Marche della Lac punta il dito sulla giunta Acquaroli per la scelta di anticipare l'apertura della caccia a questa specie di volatile. «La conseguenza è che si sta decimando la popolazione diventata stanziale in Italia a causa del cambiamento climatico per fini puramente elettorali. Negli ultimi otto anni in regione quasi 10mila fucili in meno: altri 10 anni e saranno pressoché estinti»

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Un colombaccio (foto Marek_Szczepanek)

Non esita a parlare di «autentica mattanza» Danilo Baldini, delegato per le Marche della Lega per l’abolizione della caccia (Lac), commentando l’apertura della stagione venatoria di ieri. Protagonista, suo malgrado, il colombaccio.

«Quest’anno sono stati inseriti nel carniere delle pre-aperture al posto della tortora selvatica, ormai praticamente estinta in Italia e in forte declino in tutta Europa, anche per colpa della caccia accanita a cui da sempre è sottoposta – spiega Baldini – il colombaccio è una specie migratoria e fino a qualche anno fa veniva cacciato nelle Marche soprattutto in ottobre, al culmine del periodo della sua migrazione dal Nord ed Est Europa, attraverso il mare Adriatico e risalendo le aste fluviali dei fiumi marchigiani, per poi oltrepassare l’Appennino su valichi montani noti fin dall’antichità, ed infine raggiungere il mare Tirreno, l’Europa Meridionale e l’Africa settentrionale per trascorrervi l’inverno. A causa dei profondi cambiamenti climatici in atto però, negli ultimi anni il colombaccio è diventato una specie stanziale anche in Italia, mentre il prolungamento dell’estate fino ai mesi di settembre ed ottobre, sta ritardando sempre più anche il periodo della migrazione autunnale dell’avifauna. Per questi motivi, è stato un gravissimo errore, da parte della giunta Acquaroli, aver accontentato, per fini puramente elettorali, la frangia più retriva ed estremista del mondo venatorio e l’aver inserito il colombaccio tra le specie cacciabili sin dal 1 settembre, perché ad essere pesantemente decimata dalle spietate doppiette dei cacciatori è stata proprio la loro popolazione stanziale in Italia. E questo fatto non lo denunciamo solo noi della Lac, ma anche tutti quei cacciatori rispettosi degli equilibri naturali, la stragrande maggioranza dei quali ha però appeso da tempo il fucile al chiodo, in quanto non si riconosce più con l’attuale esiguo manipolo di “sparatutto”, capaci solo di mirare a qualsiasi essere vivente e senziente voli in cielo o si muova in terra».

Un numero vero e proprio degli abbattimenti, però, è impossibile da avere per poter valutare effettivamente l’impatto di questa novità. «Anche se non potremo mai avere le cifre ed i dati veri e reali sugli abbattimenti, non solo dei colombacci, ma anche delle specie protette che purtroppo ne fanno e ne faranno sempre le spese, anche a causa della vergognosa deregulation venatoria in discussione in Parlamento con il disegno di legge 1552 presentato dal Governo Meloni, sappiamo però con certezza che oltre l’80% degli italiani detesta ormai la caccia e ne vorrebbe l’immediata abolizione – conclude Baldini – come pure è un dato di fatto indiscutibile ed irreversibile che il 65% dei cacciatori ha un’età superiore ai 65 anni e che solo il 5% di essi ha un’età inferiore ai 35 anni. Questo processo “naturale” ha difatti determinato che nelle Marche i cacciatori nella stagione 2017/2018 fossero 24.246, mentre oggi si sono ridotti a poco più di 15mila, quindi quasi 10mila in meno in soli otto anni. Di conseguenza, visto che la matematica non è un’opinione, tra 10 anni i cacciatori nelle Marche e nel resto d’Italia, saranno pressoché estinti o ridotti ad un numero così esiguo che il loro ruolo di condizionamento elettorale nei confronti della politica risulterà finalmente del tutto irrilevante».

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