Tra Macerata e Montecassiano, l’ex fornace di Valle Cascia si prepara a pulsare ancora una volta di arte e rigenerazione: dal 27 al 31 agosto si terrà la settima edizione del festival I fumi della fornace, intitolata quest’anno “Il ma e la contraddizione”. Più di uno spettacolo, un’esperienza collettiva dove l’arte diventa attraversamento del presente e nutrimento per l’immaginario.
Sotto la direzione di Giorgiomaria Cornelio e il coordinamento di Congerie, il festival esplora il “Ma” come parola-pendolo: dissonanza, consapevolezza di una “mancanza” che apre la via a domande e territori inesplorati. Un inno alla complessità, alla tensione tra il qui e l’oltre, tra il bisogno di senso e la sua costante interrogazione.
Ad inaugurare l’edizione, la rassegna Isola e isole – Dialoghi per il mondo a venire, curata da Giuditta Chiaraluce. Un arcipelago di voci — poeti, filosofi, narratori, curatrici — si confronta in collisioni creative, senza cercare soluzioni, ma prossimità e tensione. Tra i protagonisti, Adrian Bravi, Domenico Brancale, Mariachiara Rafaiani, Davide Susanetti, Alessandra Carnaroli, Giovanna Cristina Vivinetto, Rebecca Garbin, Tommaso Di Dio, Silvia Righi, Tommaso Ottonieri, Giulia Policastro, Adriano Ercolani, Riccardo Pedicone, Francesco D’Isa, Massimo Palma, June Scialpi, Mattia Tarantino, Simone Perotti e Mariachiara Rafaiani. A questi si affianca un dialogo sulle nuove prospettive del teatro con Roberto Paci Dalò, Gaetano Palermo, Silvio Castiglioni e Cristina Kristal Rizzo.
Nel cuore delle serate – il Parco della Poesia – si alternano performance come Sconcerto angelico #1 di Lucamatteo Rossi, momenti di narrazione visionaria con Luca Gemma e la serata di chiusura affidata al Ciuma Trio. Spettacoli di prosa e musica, tra monologhi di Canio Loguercio, omaggio a Mandel’štam by Paci Dalò, e un recital di Luigi Lo Cascio.
Il teatro vive anche nei luoghi, con la prima rappresentazione de L’edera s’arrampica sulla storia. Ambientata nella fornace, un racconto di animali, operai e memorie in cui l’edera si fa simbolo di resistenza e crescita tra le macerie.
Parallelamente, la rassegna Diffusa abbraccia arti visive e performative con Disobbedienze temporali. Installazioni come Kt1 – Kavallo di Troia, lecture performance e interventi site-specific abitano il paesaggio, ridefinendo confini tra arte, architettura e memoria.
A completare la proposta, laboratori dedicati al corpo e al movimento, un progetto di biografia collettiva del territorio in collaborazione con Università La Sapienza, e una mostra dedicata alla poetessa Patrizia Vicinelli.
Ogni serata si chiude con Universo a sonagli, dj set itineranti e ricerca sonora curata da Simone Doria e la label Oceani, che invita all’ascolto e al movimento intimo nelle atmosfere del festival.
Un’esperienza immersiva, fatta di parole, immagini e presenze dove arte e comunità si contaminano. Il “Ma” è solo l’inizio: biglietti e info su congerie.org.
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