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La bolla di Federico II,
le lettere di Leopardi e Pietro Giordani:
Recanati restaura i suoi tesori

CULTURA - Al via a inizio settembre il recupero di tre manoscritti che fanno parte del patrimonio di Villa Colloredo Mels: tra questi l'atto con cui, nel 1229, l'imperatore conferma alla città il possesso dell'odierna Porto Recanati. Le operazioni saranno in loco e il cantiere visitabile

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La lettera di Federico II di Svevia

Il Museo di Villa Colloredo Mels ha avviato, su iniziativa del Comune di Recanati, il processo di restauro conservativo di tre importanti manoscritti storici, parte della collezione permanente del museo.

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Il sigillo di Federico II

Si tratta in particolare di una lettera autografa di Giacomo Leopardi del 1833, scritta al padre Monaldo con toni eccezionalmente confidenziali, di una mai pubblicata epistola di Pietro Giordani “Al più caro degli amici”, ovvero allo stesso Leopardi, e infine della cosiddetta “Bolla Aurea” del 1229 emessa dalla cancelleria imperiale di Federico II di Svevia, documento corredato da un prezioso sigillo in oro e che rappresenta una pietra miliare della storia locale: con essa, Federico II confermò alla città di Recanati il possesso del porto, oggi Porto Recanati, garantendo l’esenzione dai dazi e promuovendo così lo sviluppo commerciale della zona. Tre documenti di valenza storica fondamentale nel panorama culturale recanatese, riconducibili a diverse epoche e che ora saranno valorizzati grazie ad un importante processo di restauro volto al recupero espositivo. «Proseguono le attività di tutela e valorizzazione del ricchissimo e variegato patrimonio culturale del Comune – ha dichiarato Luigi Petruzzellis, responsabile del circuito museale cittadino – stavolta con importanti interventi che consentiranno di rendere ancora più completa e attrattiva la nostra offerta turistica».

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La lettera di Giacomo Leopardi al padre Monaldo

Il restauro inizierà nei primi giorni di settembre per concludersi nel mese di ottobre. Particolarmente delicato il lavoro di recupero dei materiali, inevitabilmente corrosi dallo scorrere del tempo, che allo stato attuale presentano fratture, macchie diffuse e indebolimenti. Per questa ragione, i manoscritti saranno restaurati in loco, avvalendosi di un cantiere aperto nel quale i visitatori potranno interagire con il personale incaricato del recupero in alcune date particolari dedicate alla scoperta della storia dietro a questi importanti documenti, occasioni uniche per tornare indietro nel tempo e fare un tuffo nella cultura cittadina. L’intervento, autorizzato dalla Soprintendenza archivistica e bibliografica delle Marche, si configura come un esempio di sinergia virtuosa tra pubblico e privato: coinvolta, oltre al Comune, anche la Confartigianato Macerata-Ascoli Piceno-Fermo, che ha erogato il contributo di 1.150 euro. A condurre le operazioni di restauro sarà il laboratorio Relic, eccellenza recanatese nel campo della conservazione di documenti e volumi storici. Il coordinamento è assunto dalla cooperativa Orologio, società che ha in carico la gestione dei Musei civici di Recanati.

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L’epistola di Pietro Giordani



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