Pippo Baudo e le Marche, un amore nato nel 2013. L’anno in cui il maestro dei presentatori televisivi, morto questa sera a 89 anni, instaurò un legame col nostro territorio.
Il 16 febbraio 2013 fu testimonial della nostra regione alla Bit di Milano assieme a Giovanni Allevi. Lì annunciò che la sua nuova trasmissione “Il viaggio” sarebbe partita dalle Marche. «Sono un ”allievo”, sto studiando per diventare marchigiano, qui mi sento come a casa e quando vado via dalle Marche mi prende una dolce nostalgia . Penso – ha proseguito interloquendo con Allevi – che se c’è una regione in Italia che ha la forza, la capacità, la genialità e la fortuna dei doni di cui Madre Natura l’ha dotata, di risorgere sempre e continuare a vivere bene, queste sono le Marche».
Il suo “Viaggio” partì da Ascoli accompagnato proprio da Giovanni Allevi per poi arrivare a Recanati il 28 marzo 2013, in quella piazza Leopardi dove 12 anni prima aveva presentato le serate finali di Musicultura. «Mi commuovo ogni volta che visito Casa Leopardi – disse Baudo – Giacomo ce l’ho nel cuore ed è il più grande dopo Dante. Veder scritte le sue liriche con la grafia originale è un’emozione che lascia una traccia profonda e struggente e poi la famiglia sa ben conservare questo amore intatto per il Poeta».
Poi il 2 aprile la visita a Macerata, in quello Sferisterio che qualche anno prima conobbe bene quando Katia Ricciarelli fu direttore artistico della stagione lirica. E che lo aveva già visto protagonista in passato.
Lo stesso giorno Baudo si fermò a Tolentino dove intervistò Saverio Marconi sulla storia e i successi della Compagnia della Rancia.
La cittadinanza onoraria conferita dal Comune di Castelraimondo
Il 27 luglio, sempre del 2013, Baudo andò a Castelraimondo, il Comune che gli conferì la cittadinanza onoraria: «Di recente ho visitato le Marche, per realizzare una puntata del mio programma “Il viaggio”, ma non basta, ce ne vorrebbero almeno dieci – disse -. La forza del nostro paese sta nella provincia, lo zoccolo duro dell’ Italia è qui, c’è una forza coesiva molto bella. Il vostro gesto è un attestato di benemerenza, affetto e simpatia, non è solo un riconoscimento formale, ma dietro c’è un sentimento. Non sono solito fermarmi alle apparenze. Conoscevo anche la vostra realtà industriale, Merloni, sono straziato per chi ha avuto la sventura di perdere il lavoro. Mi commuovo davvero perché perdere il lavoro è perdere la forza di esistere. Sono gli amministratori locali che sentono di più il senso di responsabilità rispetto ai politici, perché toccano la gente con le proprie mani, rispetto ai parlamentari assisi ai loro troni».
Pippo Baudo nel 2015 tornò a Tolentino per presentare la prima edizione del Premio Ravera, quel Gianni Ravera a cui era molto legato e con il quale aveva condiviso tanti anni di lavoro. Baudo era nato a Militello in Val di Catania, alle pendici dell’Etna, il 7 giugno 1936. È stato attivo in tv per quasi sessant’anni, legando il suo nome a programmi di successo come Canzonissima, Domenica In, Fantastico, Varietà, Luna Park, Novecento. E al Festival di Sanremo: mai nessuno come lui, tredici conduzioni.
Addio al gigante della televisione italiana che in quel 2013 decise di iniziare il suo “Viaggio” in Italia dalle Marche.
(m. z.)
Pippo Baudo a Castelraimondo con l’allora sindaco Renzo Marinelli
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