Punta la pistola contro la Croce rossa
mentre l’amico è in overdose

CIVITANOVA - L’aggressore avrebbe minacciato l’equipaggio dell'ambulanza durante il soccorso di un suo conoscente sotto il ponte dell'Asola. «Io qui sono il re» avrebbe detto agli operatori. Matteo Carlocchia, presidente della Cri di Porto Potenza: «Atto inaccettabile. Vicinanza ai colleghi coinvolti, abbiamo sporto denuncia»

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di Laura Boccanera

Operatori della Croce rossa di Porto Potenza minacciati con una pistola puntata mentre stavano soccorrendo un ragazzo in overdose. È quanto accaduto a due sanitari nella notte tra lunedì e martedì al confine fra Civitanova e Porto Potenza. Erano circa le 2 di notte quando l’equipaggio che era di turno al 118 viene allertato per un soccorso sotto il ponte dell’Asola.

Qui un ragazzo di origine tunisina era andato in overdose. Sul posto sono accorse ambulanza ed automedica. Mentre il medico e l’infermiere stavano somministrando i farmaci al ragazzo in overdose, un amico che era con lui, connazionale, ha aperto lo sportello dell’ambulanza pretendendo di entrare.

L’autista gli ha detto che in quel momento non poteva accedere e a quel punto lui gli ha mostrato la pistola. Sono stati attimi di panico, l’autista ha riferito cosa stava accadendo e mentre il medico e l’infermiere continuavano a soccorrere il paziente un altro dipendente della Croce rossa ha cercato di farlo ragionare. È a quel punto che il tunisino avrebbe puntato l’arma (non si sa se vera, gli accertamenti sono in corso) contro il personale minacciando gli operatori: «Io qui faccio quello che voglio sono il re» avrebbe detto al personale della Croce rossa. 

Con sangue freddo e metodo gli operatori sono riusciti a “disinnescare” la rabbia e l’aggressività del tunisino che alla fine si è calmato riponendo l’arma. Gli operatori gli hanno spiegato che stavano salvando la vita al suo amico e che conveniva a tutti rimanere calmi. Una volta che il giovane sotto overdose si è ripreso è stato poi portato al pronto soccorso di Civitanova e solo l’indomani la Croce rossa ha sporto denuncia. Sull’episodio sono in corso le indagini dei carabinieri che avrebbero già individuato l’autore delle minacce, già noto alle forze dell’ordine.

Su quanto accaduto però, alla luce anche del grave fatto di cronaca avvenuto nelle ultime ore in Sardegna, dove un operatore del 118 è stato ucciso, il presidente della Croce rossa di Porto Potenza, Matteo Carlocchia, lancia un appello: «Puntare un’arma da fuoco contro chi salva vite non è solo un atto vile e codardo, è un atto inaccettabile, – afferma – che rappresenta una ferita profonda al principio stesso di umanità. Nessuna origine, rabbia o frustrazione può giustificare un’azione così pericolosa e insensata. Minacciare con una pistola un soccorritore significa minare i valori fondamentali del nostro vivere civile, della sicurezza di chi presta aiuto e del diritto alla protezione di chi è più vulnerabile. Non è tollerabile che chi indossa una divisa per aiutare debba temere per la propria vita. Esprimiamo la nostra più sincera vicinanza e gratitudine ai colleghi coinvolti – prosegue Carlocchia – per il coraggio e la professionalità dimostrati in un momento tanto critico. Chiediamo alle istituzioni, ai media e alla cittadinanza di condannare con forza ogni forma di violenza verso chi soccorre. La sicurezza dei soccorritori non è un privilegio, è un diritto».



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