Da sinistra: assessore Marusca Torresi; consigliere Giada Testarmata; sindaco Vanda Broglia; sommelier Luca Mezzabotta; VSindaco Luca Bonfranceschi; consigliere Monia Compagnoni; consigliere Gianni Berarducci
Sette cantine, sette anime. Nel cuore dei Sibillini, torna Sant’Angelo DiVino. L’appuntamento è per sabato 9 a Sant’Angelo in Pontano, dalle 18 in poi, per una degustazione “oltre la degustazione”: un viaggio dentro l’anima del vino e della sua terra. Sette cantine, sette storie, sette modi di fare del vino una dichiarazione d’amore verso il territorio. La festa continuerà fino a che ci sarà vino da versare e musica da suonare.
Vanda Broglia
Le sette cantine protagoniste – Cantina Bastianelli (Monte San Pietrangeli) porta con sé un vino che è connessione tra generazioni e confini, tra memoria e futuro. Un racconto familiare in forma liquida, costruito con rispetto e poesia.
Coppacchioli Tattini (Cupi di Visso) è l’emblema del ritorno alle origini. Ha risvegliato il vitigno Vissanello come atto di amore per la propria terra. I loro vini parlano piano, ma lasciano il segno: raccontano montagne, silenzi, casa. Fattoria Colmone della Marca (San Severino) affonda le sue radici nel Quattrocento. Il suo vino ha placato guerre e oggi unisce cuori, con eleganza e misura. A Sant’Angelo DiVino porterà il gusto della condivisione e della gentilezza. Poderesabbioni (Corridonia) trasforma la vigna in poesia, il vino in filosofia agricola. È un manifesto etico: tra api, vento e silenzi, l’armonia con la natura è la loro prima vendemmia. Lumavite (Rapagnano) è un inno alla luce: quella del sole, quella dell’anima. Nelle loro bottiglie, l’energia solare si fa vino autentico, senza compromessi, solo cura e verità. Caonà (Loro Piceno) è la voce antica del vino cotto. Un rito che si rinnova tra caldaie di rame e attese lente. Un sorso che parla di fuochi accesi, feste contadine e radici profonde. Il Leprotto (Taccari Alberto, Loro Piceno) è il soprannome che diventa sigillo. Anche qui il vino cotto è eredità e cultura, raccontata con rispetto per i gesti di sempre e autenticità senza tempo.
L’ingresso è libero. La festa comincia alle 18. Finirà solo quando il vino sarà finito. E quando la musica tacerà, resteranno i racconti. Quelli che, come certi vini, migliorano con il tempo.
(promo redazionale)
Il sommelier Luca Mezzabotta
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