Niente biblioteca, palazzo Menghini
diventa co-working: scoppia la polemica

POTENZA PICENA - La consigliera Pd Simona Galiè attacca la sindaca Tartabini: «Promesse disattese, già nel 2024 c'era una relazione che diceva che lo spazio non era adeguato per problemi a vie di fuga e antincendio»

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La consigliera comunale del Pd Simona Galiè

«Niente biblioteca a palazzo Menghini Molini, diventerà uno spazio per il co-working, la giunta ha formalizzato il cambio di destinazione».

Lo annuncia in polemica rispetto alla decisione assunta dalla sindaca di Potenza Picena Noemi Tartabini Simona Galiè, consigliera comunale del Pd, che commenta la decisione assunta con una delibera di giunta e comunicata nel corso dell’ultimo consiglio comunale potentino. All’origine del cambio di scelte rispetto alla destinazione della biblioteca problematiche relative alle vie di fuga e alle norme antincendio. 

«E’ una notizia sorprendente quanto sconcertante – sottolinea Galiè – i locali al primo piano di Palazzo Menghini-Molini, già donati al Comune nel 2019 e finanziati col Pnrr dal 2021 per diventare la sede definitiva della biblioteca comunale, non ospiteranno mai la biblioteca ma saranno destinati a spazi per il co-working. Una decisione comunicata in modo disinvolto dalla sindaca Tartabini, ma di cui la cittadinanza non ci risulta essere mai stata informata. Le motivazioni? Problemi legati alle vie di fuga e alla normativa antincendio, beffardamente gli stessi che portarono, nel dicembre 2023, alla chiusura della storica sede di via Trento. Una chiusura della biblioteca che mobilitò i cittadini in proteste pubbliche nel gennaio e febbraio successivi».

Un cambio di programma rispetto alle promesse assunte in campagna elettorale nel 2024 secondo Galiè che ora teme che la sede temporanea della biblioteca in via dello Sport possa diventare definitiva e svela come già a marzo 2024 una relazione dimostrava l’impossibilità per quei locali di ospitare una biblioteca: «Durante la campagna elettorale e sulla stampa a fine agosto 2024, la sindaca aveva ribadito con fermezza che la sede in Via dello Sport sarebbe stata solo provvisoria – prosegue – e che la biblioteca sarebbe stata collocata definitivamente nei locali di Palazzo Menghini-Molini, grazie ad un progetto esecutivo già finanziato con i fondi della rigenerazione urbana. Peccato che già l’8 marzo 2024, ben cinque mesi prima delle dichiarazioni della sindaca, il Comune avesse ricevuto una relazione del progettista che evidenziava notevoli criticità antincendio e in merito alle vie di fuga. La pietra tombale sulla possibilità di ricavare la biblioteca con sala lettura nei locali al primo piano. Questo cambio radicale, avvenuto peraltro senza modifica sostanziale all’importo dei lavori rispetto al primo progetto approvato, pone legittimi interrogativi sull’efficacia e trasparenza della pianificazione amministrativa. Solo la generosità di Italo Menghini e la sua nuova donazione consentiranno, forse, alla giunta di realizzare una mini-biblioteca di appena 73 mq in piazza Matteotti. La formula dubitativa è d’obbligo visto che alla deliberazione appena approvata dal Consiglio comunale non è stata allegata una valutazione tecnica sulla fattibilità del vincolo di destinazione. Speriamo di non rileggere un’altra volta lo stesso copione. Una struttura che, in ogni caso, non potrà contenere tutti i volumi della sede di via Trento, né avrà alcun legame con l’archivio storico o la pinacoteca comunale. In sintesi: più parti, meno biblioteca. Un risultato deludente, frutto di una gestione che ha fatto della propaganda un surrogato della pianificazione reale».



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