Orim all’Opera celebra bellezza e cultura.
Alfredo Mancini: «Così cambiamo
le convinzioni sul settore dei rifiuti»

MACERATA - L'imprenditore ha anche ricordato l'esito del processo sull'incendio del 2018. Georg Von Kriegsheim: «Ci attende un passaggio strategico nei prossimi anni»

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Confermato anche per l’edizione 2025 l’ormai tradizionale appuntamento di Orim all’Opera. L’evento in cui l’azienda di smaltimento di rifiuti industriali di Piediripa celebra l’arte, la cultura e le eccellenze del territorio, rinnovando il proprio impegno verso la valorizzazione di ciò che rende unica la comunità.

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La serata – domenica scorsa – si è aperta nella cornice di Palazzo Bonaccorsi, dove gli ospiti sono stati accolti per una cena riservata che ha segnato un momento importante per la storia recente dell’azienda.

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Alfredo Mancini (a destra) con il socio Georg von Kriegsheim

 

L’ingegnere Alfredo Mancini, infatti, ha ripercorso gli ultimi sette anni, spiegando come l’azienda è ripartita dopo l’incendio del 2018 e ricordando come il processo a suo carico e a carico dell’azienda si sia concluso con il loro proscioglimento (condannato un dipendente, ndr). 

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Un intervento da cui è emersa la vision di una azienda che guarda al futuro e alla crescita: «Il nostro prodotto è molto particolare rispetto alle situazioni standard di chi gestisce i rifiuti – le parole di Mancini a Cronache Maceratesi -, perché abbiamo sviluppato una tecnologia quasi unica nel panorama nazionale e che coinvolge circa 25 aziende a livello mondiale. Ora tutti parlano di economia circolare, ma è bene ricordare che noi lo abbiamo fatto da quando è nata. Grazie all’esperienza in questo settore, ci ritroviamo a essere gli unici in grado di fare alcuni tipi di attività. Proprio per questo lo sviluppo non è misurabile, ma potrebbe essere certamente un futuro molto interessante».

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Georg Von Kriegsheim, direttore generale di Orim e rappresentante del fondo Xenon, ha sottolineato con convinzione «l’importanza di aziende visionarie come Orim nel passaggio strategico che ci attende nei prossimi anni, in particolare nel campo del recupero di materie prime strategiche. Una sfida fondamentale per l’industria europea e per il futuro sostenibile delle nostre economie».

Terminata la cena, gli ospiti si sono trasferiti allo Sferisterio per assistere a “La Vedova Allegra” che ha incantato, emozionato e divertito il pubblico. Come ogni anno, la magia dell’opera ha saputo coniugare bellezza, leggerezza e intensità, regalando a tutti i presenti un’esperienza indimenticabile. «Una tradizione decennale – ricorda Mancini -, quella di Orim all’Opera, così come da 21 anni siamo impegnati nel progetto del murales all’esterno dell’azienda». Chiaro il motivo per cui l’imprenditore investe nella cultura e nella bellezza: «Le imprese del settore nostro sono trattate come se avessero solo aspetti negativi. La logica pulita del settore ambientale è stata fuorviata perché i rifiuti sono una cosa brutta: la mia volontà di legare l’azienda alla bellezza e alla cultura è proprio per cambiare il punto di vista. Non posso legare una attività che reputo bella e sicura come quella della Orim a qualcosa che non la rappresenta. Ecco perché pittura e musica». 

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