Il commissario Guido Castelli
Ricostruzione, avanzano i progetti che riguardano Valfornace, Visso e Monte Cavallo. A fare il punto il commissario Guido Castelli. Approvati i progetti del cimitero di Fiordimonte, a Valfornace, e quello per il nuovo rifugio di Montefiatone a Monte Cavallo.
L’Ufficio speciale ricostruzione ha approvato il progetto esecutivo relativo al risanamento conservativo del complesso cimiteriale di Fiordimonte, nel comune di Valfornace, per un contributo di 682.957 euro.
«La ricostruzione post-sisma non riguarda solo abitazioni e infrastrutture, ma anche luoghi profondamente simbolici per le nostre comunità, come i cimiteri – spiega Castelli -. Intervenire su questi spazi significa restituire dignità, memoria e identità ai territori colpiti. Ringrazio i Comuni coinvolti, l’Usr e la Regione guidata dal presidente Acquaroli per il lavoro sinergico che sta permettendo di trasformare i progetti in realtà concrete».
Il cimitero di Fiordimonte in via Roma è composto da edifici realizzati in differenti epoche costruttive e con altrettante diverse tipologie. All’interno si alternano cappelline private a colombari il cui numero di loculi varia a seconda delle dimensioni. Non tutti gli edifici presenti all’interno sono stati lesionati dal terremoto del 2016, pertanto saranno ripristinati solo alcuni manufatti. A livello di edilizia cimiteriale sono arrivate altre tre approvazioni, tra queste, per il Maceratese, una riguarda il recupero del cimitero della frazione di Aschio, a Visso, per cui è stato concesso un contributo di 480mila euro.
A Monte Cavallo, invece, è stato approvato il progetto per il nuovo Rifugio di Montefiatone, autorizzando un contributo di 246.276 euro. «L’approvazione del progetto rappresenta un segnale concreto di attenzione verso le aree interne e il turismo sostenibile, con l’obiettivo di ampliare il bacino di utenza e offrire un punto di riferimento sicuro e funzionale per chi vive e visita il territorio» aggiunge Castelli. L’intervento nasce dalla necessità di rispondere ai danni causati dagli eventi sismici del 2016, che pur avendo provocato lesioni lievi all’edificio originario, hanno innescato un movimento franoso tale da compromettere la stabilità del muro di sostegno e rendere la struttura inutilizzabile. Dopo attente valutazioni tecniche ed economiche, è stato deciso di delocalizzare il rifugio anziché intervenire con opere di contenimento, che avrebbero avuto un impatto ambientale significativo e costi non giustificabili. Il nuovo rifugio sorgerà alle pendici del Monte di Cesure, dove attualmente si trova la struttura mobile del Mapre, che verrà smontata per fare spazio alla nuova costruzione.
Il progetto prevede un edificio su un solo livello, con una sagoma fedele a quella del fabbricato da demolire, senza aumenti di volume. Sarà destinato a escursionisti e allevatori, con due camere matrimoniali e un bagno in comune. Dal punto di vista architettonico, la struttura sarà realizzata in muratura portante su fondazione a platea, con tetto a capanna in legno e portico sul lato nord.
Le finiture esterne rispetteranno il contesto paesaggistico: intonaco a base di calce, tinteggiatura tenue, infissi in legno e copertura in coppi. Nonostante l’assenza di climatizzazione, il rifugio sarà dotato di impianto fotovoltaico da 4 kW con batteria di accumulo da 9,6 kWh, garantendo autonomia energetica. È prevista anche la realizzazione di un nuovo impianto di trattamento delle acque reflue, in sostituzione di quello preesistente.
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