Scacco allo spaccio, al via gli interrogatori:
otto restano in carcere,
uno va ai domiciliari

INDAGINE LOS POLLOS - Oggi nove degli indagati sono comparsi davanti al gip del tribunale di Macerata. Sei non hanno risposto alle domande del giudice, tre hanno dato la loro versione dei fatti

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L’operazione dei carabinieri

di Alessandro Luzi 

Colpo allo spaccio in provincia, oggi 9 delle persone raggiunte da misura cautelare sono comparse in videocollegamento davanti al gip del tribunale di Macerata per gli interrogatori di garanzia. Otto di loro restano in carcere, uno passa agli arresti domiciliari. Oggi in sei si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Hanno dato la loro versione dei fatti Thomas Pioli 38 anni, di Chiaravalle, domiciliato a Cingoli, Francesco Gara, 21 anni, di Jesi e Abdul Hak Tahiru, 26 anni, ghanese, residente a Filottrano.

In sintesi Pioli ha detto al giudice Daniela Bellesi (presente anche il pm Enrico Barbieri che ha coordinato le indagini) di essere soltanto un assuntore e di non aver partecipato alle attività di spaccio. Gli avvocati del 38enne, Gabriele Cofanelli e Sara Scalpelli, hanno chiesto per il loro assistito la sostituzione della misura cautelare in carcere con gli arresti domiciliari. Il giudice si è riservato sulla decisione e al momento resta in carcere. Gara, difeso dal legale Paolo Cognigni, ha negato tutte le contestazioni. Il gip ha respinto la richiesta dell’avvocato del 21enne di sostituzione della misura cautelare in carcere con i domiciliari. Tahiru ha confermato due episodi che gli vengono contestati e, su richiesta dell’avvocato Mirela Mulaj, dal carcere andrà agli arresti domiciliari.

Non hanno risposto alle domande del giudice Yusif Morsaline, 24 anni, di Jesi, residente a Cingoli (difeso dall’avvocato Paolo Giustozzi), Arasb Lotfi Fard, 20 anni, di Jesi, residente a Cingoli (difeso dall’avvocato Sara Scalpelli), Ibrahim Qochih, 26 anni, marocchino, residente a Cingoli, il fratello, Said Qochih, 23 anni, di Jesi, residente a Cingoli (entrambi difesi dall’avvocato Alessandro Calogiuri) e Vasyl Bohdaniuk, 25 anni, ucraino, residente a Cingoli (difeso dall’avvocato Alessandro Bosoni). Tra quelli che si sono avvalsi della facoltà di non rispondere c’è anche Abderrazzaq Ammar, 29 anni, marocchino, residente a Treia. Su richiesta del suo avvocato Luca Froldi, il giudice ha disposto una relazione per verificare se lo stato di salute del 29enne è compatibile con il carcere. Se ne occuperà il medico del carcere.

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Una ripresa nel corso delle indagini

Tutti e nove gli indagati interrogati stamattina sono finiti in manette nell’ambito dell’operazione Los Pollos (nome che prende il nome da una chat Telegram utilizzata dagli spacciatori per gestire i traffici).

In carcere sono finiti anche 4 romani: Damiano Faitanini, 25 anni, Natascia Costantini, 51 anni, Massimo Fronteddu, 52, Mattia Grandi, 25.

Domani verranno sentiti dal gip i due che ad oggi si trovano ai domiciliari Sara Fabrizi, 22 anni, jesina, residente a Cingoli (difesa dall’avvocato Sara Scalpelli), e Daniele Talamonti, 21 anni, residente a Monte San Giusto (difeso dall’avvocato Marco Poloni). Obbligo di dimora per Nicola Maria Franzese, 21 anni, jesino (assistito dall’avvocato Paolo Cognigni), Andrea Veinca, 21, residente a Santa Maria Nuova, Anwar Turki, 27, residente ad Appignano. Obbligo di firma per Festime Ceku, nata a Jesi, residente a Cingoli, 23 anni (difesa dall’avvocato Sara Scalpelli). Per lei l’interrogatorio è fissato al 5 giugno, insieme a Turki e Veinca, entrambi difesi dal legale Luca Sartini. 

arresti-droga-operazione-cingoli-carabinieri-2-325x205I 19 indagati compaiono a vario titolo nell’indagine dei carabinieri del Nucleo investigativo del Reparto operativo di Macerata (guidato dal colonnello Massimiliano Mengasini), coordinata dal sostituto Enrico Barbieri, che mirava a risalire la filiera dello spaccio di droga (hashish, marijuana e cocaina) andando a cercare fornitori e corrieri.
Una lunga indagine chiamata “Los Pollos” (nome che prende il nome da una chat Telegram utilizzata dagli spacciatori per gestire i traffici) che ha consentito anche di cristallizzare l’acquisto di diversi chili di droga dai fornitori e anche singole cessioni di stupefacenti ai clienti. I fatti sono avvenuti in diversi comuni, principalmente a Cingoli, Jesi e Filottrano. Coinvolte anche diverse persone di Roma, città da cui arrivava la droga con destinazione le campagne di Cingoli.
Stando alle indagini (che sono ancora in corso) il traffico di droga ha riguardato 385 chili di hashish, 9 chili di cocaina, due chili di marijuana per un valore di mercato di 5,4 milioni di euro.

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