Roberta Bruzzone (a destra) intervistata dalla giornalista Alessandra Pierini
di Monia Orazi
«L’unico modo per vincere contro un manipolatore o un narcisista è non giocare, non entrare in quel gioco che può avere esiti fatali». Con queste parole, Roberta Bruzzone ha avvertito le oltre mille persone intervenute a Matelica per ascoltarla. L’evento, organizzato dal comune di Matelica (assessorato alla Cultura) e dall’associazione Help, ha trattato temi come la manipolazione, le relazioni tossiche e come uscire da questi incubi che a volte sopprimono vite, temi al centro del volume della criminologa “La prevenzione è la cura. Come riconoscere un manipolatore”.
Durante la serata, condotta dalla giornalista Alessandra Pierini, dal pubblico sono emerse testimonianze terribili. Una ragazza ha raccontato di essere stata venduta dal fidanzato 15 anni fa per soldi; una donna ha parlato del dramma familiare di una persona nelle mani di un manipolatore da cinque anni; un’altra ragazza ha descritto come una relazione inizialmente perfetta si sia trasformata in un incubo con chiari segni di atti persecutori.
Bruzzone con il sindaco Denis Cingolani e Barbara Cacciolari
Bruzzone ha sottolineato l’importanza di fare attenzione a chi si avvicina in momenti di fragilità. «Per un manipolatore o un narcisista, queste situazioni sono altamente attrattive», ha affermato. Ha descritto il perfetto manipolatore: «Gentile in apparenza, ma in realtà un tiranno che controlla ogni aspetto della vita della vittima fino a mostrare la sua aggressività. Si presentano come le persone migliori mai incontrate prima, sono estremamente competitivi e danneggiano in modo subdolo e sottile». Il manipolatore è consapevole di mentire per avere un vantaggio personale.
«Niente di ciò che accade è casuale; l’obiettivo è sottomettere la vittima, isolarla e instillare idee distorte che minano la sua autostima e la percezione della realtà. Andatevene più veloce della luce», ha detto con decisione. «Mi rivolgo a voi, ragazze e ragazzi: una relazione non è una prigione, ma uno spazio per vivere la propria vita. Non assecondate o incoraggiate amiche o amici in situazioni simili. Si tratta di personalità controllanti; se non c’è spazio per la propria vita, la relazione va interrotta. Non siete laboratori di riparazione, non potete aggiustare persone così, proteggete voi stessi». Ci sono evidenti differenze tra una relazione malata e una sana.
«Chi corteggia lascia spazio per scoprire se c’è interesse reciproco. In una relazione tossica si bombarda senza tregua per conquistare», ha spiegato. Dalla manipolazione si può passare agli atti persecutori. «La manipolazione non riguarda solo le relazioni sentimentali; anche le madri possono manipolare i figli, impedendo loro di crescere e diventare autonomi».
Nel suo volume, la criminologa ha descritto 124 caratteristiche di personalità narcisistiche e manipolatrici, passando poi all’analisi della vittima, spesso affetta da dipendenza affettiva simile alla dipendenza da eroina. «Si attivano gli stessi circuiti dopaminergici e la produzione di ossitocina. Denunciare è fondamentale», ha ricordato la criminologa, «specialmente quando la vittima decide di dire basta».
Bruzzone è stata accolta in un palazzetto dello sport gremito con oltre mille persone, gestite efficacemente dalle forze dell’ordine, dalla Protezione civile e dalla Pro loco di Matelica. La criminologa ha spiegato che «nelle relazioni il narcisista, affetto da un disturbo di personalità, soddisfa esclusivamente i propri bisogni, ignorando quelli degli altri. È abile a far credere all’altro che non può vivere senza quel legame, creando soggezione, dipendenza, paura e confusione nella vittima. L’obiettivo è sentirsi potente e controllare la vita altrui». Il processo manipolatorio inizia con il love bombing, un vero e proprio bombardamento di attenzioni e gesti piacevoli.
Il pubblico
«All’inizio, la relazione con un manipolatore sembra meravigliosa: complimenti, promesse e regali abbondano, facendo credere alla vittima di aver incontrato una persona eccezionale. Questo bombardamento di stimoli rende la persona dipendente», ha continuato.
«Anche i figli possono essere vittime di genitori narcisisti, usati come armi vere e proprie: il narcisista è un pessimo genitore. Il manipolatore indossa una maschera d’amore che presto cade. Quando si realizza la verità, spesso è troppo tardi per tornare indietro», ha affermato Bruzzone. «Il narcisismo è sempre più diffuso perché i genitori proteggono troppo i figli, aumentando la probabilità del manifestarsi del disturbo di personalità. Non ci sono risposte sociali a questo fenomeno poiché i disturbi di personalità non sono reati. Andrebbero formati maggiormente educatori ed insegnanti fino alla primaria per cogliere precocemente indicatori del disturbo, dopo diventa difficile intervenire».
«L’unico modo per uscire da una relazione manipolativa è farlo da sole o con l’aiuto di professionisti esperti, con esperienza documentata nel settore. La manipolazione psicologica può assumere forme inaspettate», ha sottolineato. «Mi diverto a parlare con i manipolatori facendo domande precise: usano la vittima per parlare di sé, hanno un enorme bisogno di conferme, approvazione e attenzione». Non è sempre facile riconoscere un narcisista.
«I narcisisti non sono sempre evidenti; alcuni sono dimessi, sembrano attenti agli altri ma temono le critiche e rifuggono il successo, rivelandosi poi come tutti gli altri», ha precisato. «La manipolazione segue fasi precise: dopo il love bombing c’è una sparizione improvvisa, un silenzio che serve a mettere alla prova la vittima, causando angoscia e sofferenza. Il narcisista lo fa per capire quanto siete in grado di difendervi e fino a che punto siete disposti a farvi calpestare pur di non perderlo». Infine l’ultimo appello: «La vittima interiorizza un’immagine distorta di sé. Spesso i genitori non riconoscono il problema del figlio narcisista, che reagisce in modo aggressivo al primo rifiuto sociale», ha concluso Bruzzone. «Quando si capisce di avere a che fare con un narcisista manipolatore, l’obiettivo è andarsene il prima possibile e interrompere qualsiasi tipo di comunicazione. Mai sottovalutare questa situazione».
A salutare con un caloroso applauso e un omaggio floreale la criminologa Roberta Bruzzone sono stati il sindaco Denis Cingolani, l’assessore alla cultura Barbara Cacciolari e Cristina Marcucci presidente di Help sos.
Bruzzone firma le copie del suo libro
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