Il generale Antonio Cornacchia
di Alessandra Pierini
E’ stato lui ad arrestare Renato Vallanzasca, sempre lui a trovare il corpo di Aldo Moro, come quello di Pierpaolo Pasolini e di Mino Pecorelli. Il nome del generale Antonio Cornacchia, allora a capo del Nucleo investigativo dei carabinieri di Roma, fu negli anni Settanta tra quelli più ripetuti dai giornali e dalle televisioni a testimonianza del fatto che rappresentò una figura cardine della storia italiana.
Sarà lui stesso a raccontare domani alle 17,30 al teatro Nicola Antonio Angeletti a Sant’Angelo in Pontano, quegli anni di piombo, un periodo turbolento della storia italiana caratterizzato da violenze politiche e terrorismo, in cui l’ufficiale dei carabinieri ricoprì un ruolo fondamentale.
L’incontro a ingresso gratuito, fortemente voluto dalla sindaca Vanda Broglia, sarà introdotto e moderato da Angelo Ventrone, docente Unimc e direttore del Dipartimento di Scienze politiche, della comunicazione e delle relazioni internazionali. La sua presenza garantirà un ulteriore approfondimento storico e culturale. «Siamo grandi amici – racconta – ha 90 anni compiuti e una memoria formidabile. Io con i miei studi sulla strategia della tensione e sulla lotta armata, trovo in lui una forma preziosa di informazioni e riflessioni».
Il ritrovamento del cadavere di Aldo Moro nella R4 di Bartoli
Il generale Cornacchia, noto con il nome in codice “Airone 1”, vanta tra i suoi successi più noti, l’arresto di Renato Vallanzasca, il famoso bandito degli anni Settanta. Cornacchia fu inoltre al centro di uno degli episodi più drammatici e simbolici della storia italiana: fu lui ad aprire il bagagliaio della Renault 4 in via Caetani, a Roma, dove venne rinvenuto il corpo di Aldo Moro, ucciso dalle Brigate Rosse. Grazie alla sua determinazione e competenza, il generale contribuì anche alla scoperta di alcuni covi terroristici delle Brigate Rosse e dell’Anonima Sarda. Fu lui a trovare il corpo di Pier Paolo Pasolini nel 1975 e fu il primo a intervenire dopo la morte di Mino Pecorelli, ucciso nel 1979 mentre lasciava la redazione del suo giornale “OP”, nel quartiere Prati di Roma. Minacciato di morte da parte dei gruppi terroristici, il generale Cornacchia fu trasferito al Sismi, dove ha operato prevalentemente all’estero. Durante l’evento “Il Generale racconta”, Antonio Cornacchia ripercorrerà alcuni dei momenti più significativi della sua carriera e della storia recente d’Italia che ha vissuto in prima linea
È un generale, quindi saprà tutto su come andavano le cose in quel periodo (e forse sul come vanno ancora oggi), potrebbe raccontare la verità, sarebbe interessante, tutti gli intrallazzi tra criminalità, politica, servizi segreti. Sono morti tanti innocenti
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per sapere la verità vera basta comperare il libro di De Magistris …Poteri Occulti….i fatti che hanno cambiato il percorso dell’ Italia. sono tutti descritti bene con nomi e cognomi ,documentati, rutti i più importanti e salienti che nessuno ha mai scritto cosi di particolari….oso dire …terrificante che nessuno ne parli nemmeno I giornalisti di inchieste qui capirete tutto..politici da nominarli delinquenti è poco….
La curiosità su Andreotti, mi è aumentata.