di Gianluca Ginella
Pestaggio mortale in cella, sentito in Corte d’assise a Macerata il testimone chiave che dice di aver visto l’imputato, Zudi Jasharovski, colpire il compagno di cella Lorenzo Rosati, morto a 50 anni nel carcere di Fermo il 28 maggio 2021. Per la difesa però non è un testimone credibile il tunisino Ben Salim Houssine, 32enne.
E’ lui il principale accusatore e la sua testimonianza, oggi in aula, è la chiave (l’altra saranno le perizie medico legali) di un processo in cui Jasharovski, 25enne di San Severino, è accusato di omicidio preterintenzionale. Houssine oggi in udienza ha detto che quel 28 maggio 2021 si trovava nella cella che condivideva con l’imputato, con Rosati e con un altro detenuto che sarà sentito la prossima udienza (il 12 dicembre).
Gli avvocati Vando Scheggia e Marielvia Valeri
La cella era chiusa e i fatti erano avvenuti tra le 12 e le 13. Il 32enne ha riferito di aver sentito «un battibecco tra Jasharovski e Rosati e ha visto il primo che colpiva l’altro al tronco» dice l’avvocato Marco Melappioni, che assiste, insieme al legale Marco Murru, i familiari di Rosati, parte civile al processo.
L’avvocato Marco Melappioni
«Sul nucleo essenziale del fatto è stato credibile e ha confermato l’aggressione subita da Rosati all’interno della cella 18» continua Melappioni. Sentiti anche la mamma e i due fratelli di Rosati che hanno detto che quel giorno, dalle 11 alle 12 hanno fatto una videochiamata all’uomo e hanno visto che stava bene. Ad assistere il 25enne sono gli avvocati Vando Scheggia e Marielvia Valeri.
«Si è sentito l’accusatore che oggi ha detto, disdetto e si è contraddetto. Per la difesa è un testimone piuttosto confuso e assolutamente non credibile» dice l’avvocato Scheggia. L’udienza è stata rinviata al 12 dicembre.
Pestaggio mortale in cella, al via il processo per omicidio preterintenzionale
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