Il lago di Castreccioni
di Luca Patrassi
La battaglia per l’acqua in questo 2024 conosce puntate nuove che evidenziano come emerga qualche problema, c’è chi semplicemente dice che forse è il caso di porsi la domanda se, in emergenza, sia preferibile, aumentare la portata di acqua ai trotifici o agli acquedotti (evitando sempre possibili rischi di potabilità) che portano la risorsa idrica ai cittadini.
Da un paio di mesi la Regione ha istituito un tavolo tecnico per valutare la situazione di carenza idrica in alcuni Comuni a fronte della quale è stato (inutilmente) chiesto al Parco dei Sibillini di esprimersi positivamente per poter aumentare la quantità di captazione dell’acqua, cosa autorizzata di recente per un trotificio. Ora però, casualmente – grazie a una segnalazione – spunta fuori che non c’è soltanto un problema di quantità delle acque per alcuni territori (Belforte e Tolentino tra gli altri) ma di qualità delle risorse idriche. Da una serie di analisi effettuate dal gestore dell’invaso di Castreccioni di Cingoli (Acquambiente) vengono misurati alcuni antiparassitari con valori prossimi ai limiti di legge. Fino ad arrivare alle analisi del 20 settembre (le ultime pubblicate): nell’acqua prelevata a Numana, proveniente da Castreccioni, il Metolachlor viene rilevato a 0,099 microgrammi su litro, con incertezza di più o meno 0,05 microgrammi. Considerato il limite di legge fissato a 0,1 microgrammi su litro, ognuno può tirare le conclusioni del caso.
Da metà settembre è cominciato il balletto di incontri tenuti tra Protezione Civile, Regione, Azienda Sanitaria Territoriale, Prefettura, Aato3 e Gestore per trovare una soluzione o almeno capire come intervenire nell’eventualità di una ordinanza. Poi dal 27 settembre questa storia si incrocia con la richiesta di aumento dell’Acquedotto del Nera per l’emergenza siccità e il successivo ennesimo stop dato dall’Ente Parco dei Sibillini alla più grande incompiuta della Regione Marche. Si contano almeno tre incontri a settembre e altri tre ad ottobre, un po’ per crisi siccità dei Comuni da alimentare con incremento Nera e un po’ per fitofarmaci per quelli riforniti da acqua di Castreccioni. Tutti sempre interlocutori. Le trote sembrano avere la meglio sui cittadini contribuenti.Nella ricerca di documenti ci si imbatte nella richiesta di concessione presentata un anno fa da Aato3 alla Regione Marche per delle fonti di approvvigionamento aggiuntive: ulteriori 6 milioni di metri cubi di acqua da prelevare da Castreccioni, una nuova sorgente a Pievebovigliana, località pochi metri fuori dal Parco Nazionale dei Sibillini così da non dover convocare l’Ente Parco e altri 6 milioni dall’invaso di acque superficiali di Caccamo (che viene indicata addirittura a scopo di trasferimento verso le province a sud). La grande assente ovviamente è sempre la stessa fonte: quella portata di 350 litri secondo da San Chiodo di Castelsantangelo sul Nera che manca per arrivare ai 550 l/s del progetto originario dell’Acquedotto del Nera. Ma questo non sorprende visto che il presidente Aato3 Alessandro Gentilucci è quello che alla presentazione del progetto dell’Anello dei Sibillini a Castelfidardo a febbraio 2024 si presentò anche in veste di vicepresidente del Parco Nazionale dei Monti Sibillini.
Alessandro Gentilucci, presidente dell’Atoo3
Nessun personalismo, il vero boicottaggio del progetto Acquedotto del Nera risale al 2018 quando la politica maceratese e marchigiana non riuscì ad opporsi alle direttive provenienti da Ascoli Piceno e da Roma: il finanziamento da 35 milioni di euro già deliberato da Arera per la realizzazione completa delle condotte del Nera fino a Civitanova, Porto Recanati e Numana fu cancellato in favore della progettazione proprio dell’Anello Acquedottistico dei Sibillini. In altre parole la politica maceratese e marchigiana dovette scambiare 35 milioni di euro di opere con poco più di 6 milioni di contributo da assegnare al Ciip di Ascoli Piceno, che li utilizzò per risolvere le rilevanti criticità post terremoto della sua Provincia. La politica maceratese e marchigiana, a cinque anni di distanza dallo stop ai fondi per l’Acquedotto del Nera, imponga ad Aato3 di pubblicare il progetto Anello acquedottistico antisismico dei Sibillini per il proprio ambito territoriale e l’elenco di tutte le interconnessioni di soccorso provenienti da Aato4 (Fermo) e aAto5 (Ascoli Piceno) attivabili in caso di emergenza.
Così che ogni residente, utente dell’acquedotto ed elettore possa valutare se ciò che è stato deciso (o imposto) nel 2019 ha portato anche a dei vantaggi o se si è sfruttata solo la debolezza della politica maceratese, il suo campanilismo e la frammentazione delle sue gestioni per imporre a più di 300 mila abitanti di non prelevare risorse incontaminate, imponendo loro di continuare a bere acqua di scarsa qualità e con valori prossimi ai limiti di potabilità. Allo stesso tempo la Regione Marche e l’ex sindaco di Ascoli Piceno Castelli, grandi sponsor del progetto che prevede opere per più di 500 milioni di euro come somma dei territori di Aato3, Aato4 e Aato5, illustrino come il progetto potrebbe risolvere una non potabilità dell’acqua di Castreccioni o di Caccamo, causata da pesticidi o altri composti, evento non impossibile anche nel prossimo futuro considerato che le acque superficiali provenienti da invasi localizzati in aree antropizzate o comunque a vocazione agricola sono quelle più vulnerabili a tutte le tipologie di microinquinanti.
Le nuove fonti di approvvigionamento da acque superficiali da attivare a Castreccioni e Caccamo sono localizzate proprio nelle due aree della provincia di Macerata che l’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale dichiara da anni come quelle più a rischio chimico, proprio per la presenza di pesticidi, sulla base dei monitoraggi effettuati sulle acque dei fiumi. Considerato che nel maceratese sono presenti anche altri invasi con acque meno vulnerabili a questi composti, lago di Fiastra su tutti, viene da chiedersi cosa ha portato alla scelta di Caccamo? Forse la perimetrazione del Parco Nazionale dei Sibillini? Mentre la “montagna” Regione continua a promuovere incontri in attesa del parto del proverbiale topolino (un mini aumento della captazione dalla sorgente dei Sibillini) la speranza è che il problema della carenza idrica si rivolva, al di fuori dai Sibillini, con la fonte individuata a Grottaccia di Cingoli che sarebbe capace di erogare 200 litri al secondo, una quantità sufficiente ad abbassare il livello della concentrazione dei pesticidi a Castreccioni.
Intanto le istituzioni si sono mosse per capire come sia possibile che il Metolachlor sia presente in quantità nelle immediate vicinanze dei limiti di legge pur essendo un prodotto che non si usa in questo periodo e dovrebbe essere vietato da diversi mesi. Si parla di sostanze non benefiche, resta da capire quale sia la filosofia ispiratrice di chi governa la risorsa idrica. Per ora via libera alle trote.
Ma chissà l'acqua della Nuova Sorgente individuata a Grottaccia di Cingoli (Rio Laque) dove andrà a finire?; silenzio assoluto a livello locale....
Ma va? Ndo sta quelli sverdi che fa le sfilate co li trattori?
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se dicono che non piove m’incazzo !