I nuovi fari del campo da baseball
di Mauro Giustozzi
Un nuovo impianto di illuminazione che consente un risparmio energetico, anche in bolletta, rispetto a quello che c’era prima e che consentirà di avere l’omologazione dell’impianto sportivo anche per i prossimi anni di attività. Il batti e corri maceratese ha risolto definitivamente uno dei problemi che lo attanagliavano da più tempo, ovvero l’ammodernamento dell’impianto di illuminazione che è stato montato nelle scorse settimane ed ha consentito alla formazione dell’Hotsand Macerata baseball di beneficiare dei nuovi fari a led sin dalla sfida disputata contro il Grosseto.
La normativa federale per l’omologazione e la disputa delle partite nel massimo campionato di serie A ha infatti dei parametri ben delineati che il diamante di via Cioci non aveva più da tempo, anche se l’impianto risultava omologato in virtù di vecchi parametri nei quali, al momento della certificazione del campo, l’impianto vi rientrava. Infatti la normativa indica che l’altezza minima delle torri porta fari per l’illuminazione del terreno da gioco deve essere di 30 metri fuori terra, esclusa la piattaforma e le strutture porta fari, con deroghe possibili che riguardano impianti costruiti prima della uscita di questa normativa e per la serie A, l’illuminazione del campo di gioco deve essere almeno 750 lux (di media) in campo esterno e 1000 lux (di media) in campo interno. Adesso il diamante di via Cioci dispone di una nuova illuminazione perfettamente rispondente alle caratteristiche richieste dalla federazione.
Questo grazie all’intervento del Comune che, sensibilizzato dalla società Macerata Angels che gestisce il campo dove disputa le gare interne del massimo campionato di baseball nazionale, necessitava di una manutenzione straordinaria in quanto inidoneo per lo svolgimento delle gare interne in notturna del campionato di A1 tanto da non consentire la ripresa in notturna da parte delle televisioni che seguono gli eventi sportivi maggiori. L’amministrazione ha individuato la soluzione ottimale nel contratto a noleggio della durata di cinque anni che ha consentito di installare immediatamente tutte le nuove luci a led sul diamante, spalmando però la spesa complessiva di 139mila euro (oltre Iva) in altrettante annualità che saranno versate sino al 2029 alla ditta Mariani cui è stato affidato direttamente il progetto di relamping dello stadio di via Cioci.
«Direi che c’è stata una perfetta sinergia tra le nostre esigenze segnalate al Comune e la sensibilità mostrata dall’amministrazione nell’accogliere le richieste ma pure la disponibilità della ditta Mariani nell’eseguire l’intervento immediatamente anche se i pagamenti sono spalmati su più annualità – sottolinea il presidente dell’Hotsand Macerata, Andrea Graziani – col nuovo impianto di fari a led siamo passati dalla potenza utilizzata di 220 Kw a 60 Kw il che porta, oltre ad una migliore illuminazione di tutto lo stadio, anche ad un netto risparmio del costo della bolletta elettrica. Pagheremo un quarto rispetto a quanto avveniva prima. Ad esempio se prima pagavamo 10mila euro di corrente adesso ne pagheremo poco più di 2 mila euro. Inoltre se questo potenziamento dell’illuminazione non fosse stato fatto dal prossimo anno non avremmo più ottenuto l’omologazione del campo per disputare le partite casalinghe della serie A. Ogni quattro anni è necessario omologare l’impianto per avere l’autorizzazione a giocarvi e, se non ci fosse stato questo intervento sull’illuminazione, noi dal prossimo anno saremmo stati fuori. L’amministrazione ha compreso queste esigenze, è stata individuata una formula economica che viene incontro allo stesso Comune grazie anche alla disponibilità della ditta Mariani per cui si è potenziato uno dei pochi impianti sportivi marchigiani che ospitano partite di serie A. Per cui non posso che ringraziare tutti coloro che si sono spesi per arrivare a questo risultato che restituisce a noi ma direi a tutta la città un diamante per il baseball all’avanguardia».
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Come l’Amministrazione precedente uguale……
Per completare il lavoro non rimane altro che venga riscostruita la tribuna che, ormai oltre 18 anni fa, venne inghiottita dalla sottostante Galleria delle Fonti.
Sarà la volta buona?