Antonio Bravi e Francesco Fiordomo
di Giovanni De Franceschi
«Le richieste di Fiordomo sono troppe onerose, siamo molto lontani da un accordo». Parole di Antonio Bravi. Il sindaco uscente di Recanati in corsa per il ballottaggio con la coalizione di centrosinistra contro il candidato di centrodestra Emanuele Pepa si è incontrato ieri con il suo ex assessore Francesco Fiordomo, arrivato terzo al primo turno a capo del progetto civico. E la fumata è stata nera, anzi nerissima. Se le aperture dei giorni scorsi da ambo le parti avevano fatto pensare a un possibile accordo in arrivo, dopo il faccia a faccia di ieri questa ipotesi ha perso tutta la sua consistenza. E ora in campo resta solo una flebile possibilità di ricucire, peraltro appesa a un filo sottilissimo. Per rendere l’idea di quanto sia diventato difficile, per non dire quasi impossibile a questo punto, trovare un un intesa basti dire che al momento non ci sono altri incontri in programma fra i due. Poi per carità, la politica sa regalare anche sorprese inaspettate, ma al momento è questa la situazione. E a metterla nero su bianco, senza tanti giri di parole, è lo stesso Bravi.
«L’incontro con Fiordomo non è andato bene – racconta Bravi – il dubbio è che non ci sia la volontà di fare un accordo costruttivo. Ci hanno messo davanti un aut e aut e richieste poco realistiche ed eccessive, non mi sembra sia questo il modo di fare una trattativa con la volontà di chiuderla. Fiordomo ragiona come se ci dovessero ancora essere le elezioni, invece ha perso e questo forse deve ancora essere metabolizzarlo. Dal punto di vista umano posso anche capirlo, ma i tempi sono stressi e bisogna essere molto più flessibili. Non si possono dettare condizioni che per gli altri sono inaccettabili. Non si capisce perché ci si deve fare del male così».
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Entrando nel dettaglio, quali sono le richieste ritenute eccessive che hanno fatto saltare il banco? «Ci hanno chiesto un apparentamento totale con tutte le loro sei liste – spiega Bravi – il che avrebbe comportato un sacrificio di consiglieri della nostra coalizione a vantaggio della loro. In più vorrebbero la presidenza del Consiglio e un assessorato. Non è una questione di poltrone, ovviamente, ma di coerenza e salvaguardia di quella dignità politica che rende ogni nostra scelta amministrativa credibile. Perché se perdo la faccia non conquisto voti. E’ vero che devo cercare di prendere i voti della loro coalizione, ma per farlo non posso perdere quelli della mia».
Dal punto di vista tecnico l’apparentamento totale e ufficiale comporterebbe, nel caso di vittoria di Bravi, che i 10 seggi in Consiglio destinati alla maggioranza vengano spartiti tra le due coalizioni “apparentate”. E di conseguenza che i sei seggi destinati alla minoranza vadano tutti al centrodestra e alla coalizione di Pepa. Al contrario, senza apparentamento, al centrodestra rimarrebbero solo quattro seggi in assise. E il centrosinistra arriverebbe a 12 consiglieri, sommando i 2 che spettano alla coalizione di Fiordomo ai 10 che andranno al vincitore. Questo il ragionamento che hanno fatto Bravi e i suoi.
C’ERAVAMO TANTO AMATI – Fiordomo, allora sindaco uscente, passa la fascia tricolore a Bravi dopo l’elezioni a primo cittadino nel 2019, prima di diventare assessore nella sua giunta
«Per questo – sottolinea Bravi – abbiamo proposto un altro tipo di accordo politico-programmatico che prevede una maggioranza a 12 consiglieri e l’ingresso in giunta della loro coalizione. Abbiamo anche tentato di proporre una via intermedia con un apparentamento solo con una o due liste di Fiordomo, ma niente. Come si fa a farsi del male pur di imporre un principio? Che poi di tutti questi tecnicismi alla gente interessa poco. Se accordo deve essere, può essere solo se chiaro e presentato dalle coalizioni a viso aperto. Non può essere fatto per dispetto, altrimenti meglio non farlo. Anche perché adesso i giochi sono aperti. Pepa al primo turno si è avvantaggiato della nostra divisione, ma adesso siamo uno contro uno. Ed è un’altra partita. Però non dobbiamo fare errori e peggiorare la situazione».
Quindi nessun altro incontro in programma da qui a breve con Fiordomo? «No – conclude Bravi – io sono disponibile a rivedersi e discutere fino all’ultimo, ma al momento andiamo avanti per la nostra strada».
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QUOUSQUE TANDEM ?
Ancora Fiordomo…