Moira Amaranti e Paolo Mattiozzi
Confartigianato Moda e Cna Federmoda chiedono misure urgenti per il settore. L’appello, lanciato a livello nazionale al governo, è amplificato anche sul territorio da Confartigianato Imprese Macerata-Ascoli Piceno-Fermo e da Cna Fermo, che mandano un appello alla politica locale affinché dia corpo alle necessarie misure a tutela di un comparto strategico per il tessuto produttivo marchigiano.
Ecco le proposte:
1. La sospensione dei versamenti contributivi ed erariali per 12 mesi a partire dal 1° giugno prossimo e il rientro graduale dei contributi e delle imposte dovute attraverso 4 rate trimestrali a tasso zero di cui la prima al 30 giugno 2025.
2. La Cig in deroga a valere per tutte le tipologie di imprese della moda per 6 settimane sotto e sopra i 15 dipendenti e /o il rifinanziamento degli Enti bilaterali.
3. L’esenzione delle quote di partecipazione alle manifestazioni di Ice Agenzia fino al 31 luglio 2025.
4. Tramite il fondo per il Made In Italy prevedere finanziamenti per liquidità a tasso 0 o calmierato rimborsabili in 6 anni a copertura del 20% dell’indebitamento, inoltre eventuali sospensioni prestiti bancari o Simest o Sace rateizzate in coda ai finanziamenti o, in alternativa o aggiunta, la rimodulazione dei finanziamenti in corso nei termini stabiliti e definiti per legge, aggiungendo la possibilità di inserire o ricalcolare un periodo di preammortamento di massimo 12 mesi, sempre nei termini previsti dalla legge.
5. La risoluzione, tramite annullamento, dell’annosa questione del recupero del credito di imposta per ricerca e sviluppo per le Pmi della moda per le imprese che hanno utilizzato il credito d’imposta campionari per il quale, sino alla risoluzione n. 41 del 2022 era confermata la circolare del MiSE n. 46586 del 2009 che prevedeva, per i costi di alcune fasi di realizzazione del campionario, l’ammissibilità al credito d’imposta.
«Inoltre – aggiungono le associazioni – andrebbe previsto un contributo per rafforzare le posizioni di mercato e il consolidamento dei progetti d’investimento in marketing, digitalizzazione, sostenibilità ambientale e aggregazioni di imprese.
«Sono misure urgenti e significative, dal momento che il nostro settore non ha mai beneficiato di azioni specifiche e di così importante impatto – le parole della Presidente del settore Moda di Confartigianato Macerata, Ascoli Piceno e Fermo Moira Amaranti e del Presidente Cna Federmoda Fermo Paolo Mattiozzi -. Il comparto sta vivendo una preoccupante flessione e le prospettive future vedono segni di forti difficoltà. Lo scenario internazionale e le sue incertezze hanno stravolto il lavoro dell’intera filiera, con il conseguente blocco produttivo anche dei grandi brand. Se vogliamo tutelare il Made in Italy dobbiamo obbligatoriamente salvare l’artigianalità che ne è da sempre il Dna. Le nostre proposte vanno in questa direzione e raggiungere questo obiettivo».
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Per tutelare l’Italia, occorre sostituire un’intera classe dirigente di traditori della Patria con un’altra classe dirigente di patrioti.
Una domanda: chi è che negli ultimi decenni è andato a produrre in paesi stranieri dove il costo della manodopera e di altri costi legati alla produzione erano molto più bassi, per poi venire a vendere in Italia a prezzi ‘italiani’, in Italia dove, con l’arrivo della moneta europea, tanto decantata in particolar modo da un famoso politico che diceva che saremmo diventati tutti più ricchi, gli stipendi perdevano sempre di più il loro potere d’acquisto!!? Così, tanto per sapere!!! gv
Questo è il risultato di un ventennio di globalizzazione che ha favorito solo la CINA non solo nel settore moda ma in quasi tutti gli altri comparti dell’economia dell’EUROPA che ogni anno presenta un passivo della bilancia commerciale di ben 400 miliardi a favore della CINA stessa che si comporta in modo non equo nei rapporti commerciali internazionali favorendo la proprio economia applicando anche misure di dumping nelle sue esportazioni mentre ostacola in tutti i modi l’importazione di prodotti occidentali.
Occorre la massima unità dei Governi Occidentali per salvaguardare le proprie imprese che altrimenti sono a rischio. Ma anche i consumatori devono fare la loro parte.
Concordo con il commento di Giuseppe Vallesi.