L’Avis Corridonia dopo la messa
L’Avis Corridonia ha festeggiato il 55esimo anno di fondazione. Dopo la messa celebrata dal parroco don Fabio Moretti, numerosi donatori insieme alle loro famiglie si sono trovati al pranzo sociale.
Presente l’assessore ai Servizi sociali Nelia Calvigioni, il comandate della locale stazione dei Carabinieri il luogotenente Giammario Aringoli e molte associazioni del territorio che costantemente collaborano con l’Avis. Con l’assemblea di ieri si conclude il doppio mandato del presidente uscente Giovanni Fortuna, in carica dal 2015, ed è stato eletto un nuovo direttivo: Giovanni Fortuna, Roberta Rosini, Sabrina Spalletti, Alida Salvucci, Patrizia Cacciamani, Roberto Lattanzi, Lorenzo Mariucci, Gionata Petrelli, Asja Pilotti, Patrizio Rossini, Gianluigi Caffarella e Adriano Lattanzi.
Il pranzo sociale
Il presidente uscente «ha ricordato l’importante ruolo che in questi anni l’Avis ha ricoperto nel tessuto sociale della città, sostenendo associazioni sportive, culturali e parrocchiali, cercando sempre di promuovere una politica di aggregazione e propensione all’altruismo – si legge nella nota -. L’obiettivo è quello di continuare ad avere un ruolo chiave nel territorio di Corridonia, aumentando le collaborazioni e soprattutto il numero di donatori». Il presidente, inoltre, «ringrazia tutti i donatori Avis per la loro immensa generosità, concludendo poi con un appello: abbiamo bisogno di più giovani che entrino a far parte della famiglia Avis, che capiscano quanto sia bello e importante donare e donarsi agli altri».
Il sindaco Giuliana Giampaoli, che non è potuta essere presente alla giornata di festa, «esprime sentimenti di apprezzamento e gratitudine a tutti i soci Avis rivolgendo un vivo ringraziamento e sottolineando che la loro attività di volontariato è motivo di grande orgoglio per la città di Corridonia e deve essere di incoraggiamento per chi è intenzionato ad iniziare a donare il sangue e vorrebbe entrare a far parte dell’associazione Avis».
che bello.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Donare il proprio sangue, al di là delle ideologie personali, come avviene, per salvare la vita ad un proprio fratello ha una valore etico, nonché religioso, altissimo.
Seppure non riconosciuti, ci sono dei “santi” che nella vita sono stati “fontane” di salvezza. Uno in particolare, che era un benzinaio, che veniva chiamato quasi giornalmente a dare sangue, quando l’Avis ancora non esisteva a Corridonia.
Anche io sono stato un donatore a Corridonia, poi a Macerata. L’infarto, mi ha impedito poi, dietro parere dei cardiologi, di continuare.
Sento di dirvi, carissimi dell’Avis: Dio vi benedica.