Il gatto selvatico “concede il bis”,
per la prima volta immortalato dal vivo

Il gatto selvatico, immortalato da Stefano Ciocchetti, operatore dell’associazione “L’occhio nascosto dei Sibillini”

di Michele Carbonari

Il gatto selvatico dell’Appennino incrocia lo sguardo con la macchinetta fotografica e rende unico lo scatto di Stefano Ciocchetti, presidente dell’associazione “L’occhio nascosto dei Sibillini”. È un animale che raramente si vede, meno del lupo. Ma l’operatore è riuscito ad immortalare lo sguardo e il corpo del felino.

Stefano Ciocchetti

Diverse volte è stato fotografato dalle fototrappole fisse, ma questa è stata la prima volta dal vivo. «Stavamo facendo una passeggiata al confine del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, nella zona di Monte Cavallo, un sopralluogo per la nostra attività di guida – racconta Stefano Ciocchetti -. Abbiamo visto muoversi qualcosa e subito capito che era un gatto. I tratti somatici erano quelli del gatto selvatico, ovvero una coda abbastanza pronunciata, le striature di una forma specifica e la testa un po’ più grande. Si è girato un secondo e mi ha dato l’occasione di fotografarlo. Sicuramente è stata una questione di fortuna, ma fa anche parte del nostro lavoro. È stata una situazione unica. Si tratta di un animale difficile da incrociare, si vede raramente, meno del lupo. Il gatto selvatico è “estivo” e difficile da studiare, proprio perché si vede poco. È anche impossibile da censire, si hanno a disposizione pochi dati per studiarlo», conclude il presidente dell’associazione “L’occhio nascosto dei Sibillini”, la quale tutela l’ambiente e gli animali, e valorizza la fauna dei Monti Sibillini e di tutto l’Appennino.

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